29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Perché non ci sono segnali di miglioramento

Ferrari, il 2016 è perso. E anche il 2017 è in forte rischio

L'anno prossimo, con la rivoluzione del regolamento, è quello delle grandi opportunità. Ma potrebbe trasformarsi nel definitivo flop, ora che il dt James Allison è in partenza e la nuova macchina rischia di rimanere senza papà

Sebastian Vettel in azione durante il GP d'Ungheria
Sebastian Vettel in azione durante il GP d'Ungheria Foto: Ferrari

ROMA – Arrivati al giro di boa della stagione, la sentenza ormai è inappellabile: il 2016 della Ferrari è perso. E c'è addirittura il rischio che si arrivi alla fine dell'annata senza vittorie, come recentemente era capitato solo nel disastroso 2014, primo anno dei motori ibridi e ultimo del matrimonio con Fernando Alonso. Ma il vero allarme rosso che fin d'ora è scattato a Maranello riguarda già il 2017. Un campionato che, sulla carta, con la rivoluzione dei regolamenti tecnici, dovrebbe offrire la migliore chance agli inseguitori di raggiungere e superare l'imprendibile Mercedes. E che invece, per la Rossa, rischia di trasformarsi nell'ennesima debacle.

Progetto orfano
I motivi di preoccupazione per la prossima stagione riguardano tutti la paternità della monoposto che, giovandosi appunto delle nuove regole, dovrebbe finalmente offrire ai piloti un maggiore carico aerodinamico. Proprio il principale limite emerso sulla SF16-H, una volta risolti i problemi al motore che avevano caratterizzato i primissimi Gran Premi. Di più: proprio il tallone d'Achille con cui il Cavallino rampante deve fare i conti ormai da anni, almeno da quando la limitazione dei test in pista ha costretto i tecnici a fare affidamento solo sui computer e sulle simulazioni, strumenti tecnologici sui quali la Scuderia paga dazio rispetto alle rivali straniere. A invertire la rotta ci ha provato l'attuale direttore tecnico James Allison, salvo finire prontamente sotto accusa, quasi fosse il capro espiatorio, non appena si è capito che la vettura di quest'anno non era affatto vincente come aveva sperato il presidente Sergio Marchionne. Se a questo si uniscono i drammi familiari che hanno colpito l'ingegnere proprio nei mesi scorsi (la morte della moglie e la necessità di stare vicino ai suoi figli in Inghilterra), si capisce come mai la sua partenza dalla Ferrari viene ormai data per certa. Perfino il team principal Maurizio Arrivabene, interpellato sul tema questo weekend, non ha smentito le voci: «Il 2017 è un discorso molto delicato, perché non solo avremo bisogno di un grande motore, ma anche di una grande macchina – ha risposto al Corriere dello Sport – Difficile oggi parlare di una figura importante come quella del direttore tecnico e farlo qui in questo momento. Cioè, innanzitutto bisogna approfondire il progetto del 2017, capire dove si sta andando, quali sono le idee ma soprattutto quali sono i regolamenti rispetto ai punti deboli che abbiamo oggi. Ma non sono decisioni che si prendono da soli, ammesso, e sottolineo ammesso, che si prendano».

Futuro in bilico
Quando Allison farà le valigie, dunque, chi prenderà le redini del progetto della cruciale macchina del prossimo anno? L'attuale progettista del telaio Simone Resta fa il suo lavoro, ma non basta: serve un coordinatore di più alto livello, un po' come il genio Adrian Newey alla Red Bull. Peccato che il prescelto grande ex Ross Brawn abbia già rifiutato e anche il piano B James Key, oggi alla Toro Rosso, non sembri intenzionato a lasciare il gruppo dei bibitari, dove ha ampie possibilità di carriera. Insomma, con un dt partente, la Ferrari potrebbe andare incontro ad un pericoloso vuoto di potere proprio nel momento in cui bisogna lavorare più sodo per interpretare al meglio il regolamento tecnico che caratterizzerà il prossimo ciclo pluriennale. E che il team italiano rischi seriamente di rimanere a bocca asciutta ancora a lungo deve essersene accorto anche Sebastian Vettel, se bisogna dar credito alle voci secondo cui si starebbe guardando intorno per non fare la fine di Alonso. Ma su questo punto arriva la secca risposta di Arrivabene: «Sebastian non ha mai detto nemmeno una volta che non gli piace l'atmosfera in Ferrari – ha tuonato ai giornalisti italiani dopo il GP d'Ungheria – Al contrario, ha ribadito più volte che si trova molto a suo agio nel team. Un paio di mesi fa, i giornalisti hanno iniziato a fare a Kimi questa stessa domanda, poi dopo di lui è stato il mio turno, sostenendo che Allison avrebbe preso presto il mio posto. Ora che confermiamo il contratto di Kimi la stampa dice che Allison se ne andrà! Sapete una cosa? Per favore, lasciateci lavorare in pace».