7 settembre 2024
Aggiornato 19:30
Calcio - Coppa Italia

Milan, l’inopportuna presunzione di mister Brocchi

La discreta prestazione contro la Juventus, seppur condita da un’ennesima sconfitta, sembra aver rinsaldato la posizione di Brocchi, sempre più supportato da Silvio Berlusconi. Purtroppo per il Milan e i suoi tifosi però i numeri dei rossoneri, con l’ex tecnico della Primavera in panchina, sono tutt’altro che gratificanti.

MILANO - Una vittoria all’esordio sulla panchina del Milan, in trasferta a Genova al termine di una partita segnata da mille polemiche per un gol regolare negato alla Samp; un altro successo, soffertissimo e di misura contro un Bologna in 10 per oltre 80 minuti. 

Poi solo delusioni. In serie. Dolorosissime. La sconfitta contro il Verona già retrocesso nella partita che passerà alla storia come quella delle 28 conclusioni a rete dei gialloblu e dei miracoli di Donnarumma; i pareggi vergognosi contro le altre due squadre poi retrocesse Carpi e Frosinone; l’infamante - per qualità di gioco e atteggiamento - scoppola interna contro la Roma; e per finire la finale di Coppa Italia persa all’Olimpico contro la Roma.

Brocchi: «È merito mio»

Il bilancio di Cristian Brocchi sulla panchina del Milan è questo. Drammatico, inequivocabile, senza appello. Due obiettivi da conseguire erano stati affidati all’ex tecnico della Primavera rossonera: arrivare al sesto posto e conquistare l’accesso almeno ai preliminari di Europa League (al momento dell’esonero di Mihajlovic il Milan era ancora saldamente in vantaggio sul Sassuolo) e alzare la Coppa Italia al cielo dell’Olimpico. Inutile sottolineare come sia finita, fallimento su tutta la linea.

Ecco perché fa specie sentire con quanta prosopopea e quanta inopportuna arroganza Cristian Brocchi si sia presentato in sala stampa al termine della finale persa contro la Juve per rivendicare la bontà del suo lavoro: «Avevo preparato molto bene a livello tattico la partita, se il Milan oggi ha giocato una grande partita il merito è anche mio». 

Tapiro a Brocchi

Inevitabile lo scherno generale condito perfino dal Tapiro d’Oro recapitato al tecnico rossonero da Valerio Staffelli. «È andata male dal punto di vista del risultato, ma bene per l’atteggiamento - i concetti ribaditi da Brocchi a Striscia la Notizia -. Il Milan ha dimostrato di potersela giocare e il presidente mi ha fatto i complimenti per come è stata giocata la gara. A questo punto penso di avere qualche chance in più per la conferma. Io sono soddisfatto».

Al bando il trequartista

E meno male, perché invece l’umore generale della tifoseria rossonera è del tutto distonico da quello di presidente e allenatore. Si, perché anche Silvio Berlusconi è sembrato appagato dalla sconfitta «dignitosa» rimediata contro la Juventus, tanto da non negare una possibile edizione del Brocchi-bis sulla panchina del Milan il prossimo anno: «Io ero convinto di fare bene a metterlo lì, l’ho sempre reputato una persona seria e capace».

E pazienza se alla fine anche il pupillo di casa - come aveva già fatto anche Mihajlovic ad inizio stagione - sia stato costretto a rinnegare le «indicazioni» presidenziali e abbia trovare la quadratura alla squadra solo dopo aver cancellato dal libro dei moduli il 4-3-1-2, ostinatamente ed insensatamente preteso da Silvio Berlusconi. 

Giampaolo come Brocchi

La vera gatta da pelare per la vecchia e la nuova dirigenza rossonera sarà adesso scegliere chi far sedere sulla panchina del Milan il prossimo anno. È chiaro come il sole che a Milanello servirebbe un uomo di esperienza e capace di insegnare calcio, uno come Unai Emery ad esempio, e che piuttosto che prendere Marco Giampaolo, tanto vale tenere Brocchi. Ma le strategie societarie sono ancora avvolte nella nebbia e dipendono - ça va sans dire - dagli esiti della possibile cessione dell’Ac Milan ai cinesi.