20 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Calciomercato

Ibrahimovic-Milan, questa è la volta buona

Il Benjamin Button del calcio mondiale rinnova la sua promessa d’amore al Milan, ma perché si concretizzi questo sensazionale ritorno a casa occorre che la società (nelle nuove mani cinesi o ancora in quelle di Berlusconi) metta a punto in fretta un progetto per riportare il club di via Aldo Rossi ai successi che merita.

MILANO - Zlatan Ibrahimovic non è un calciatore normale. Come ammesso qualche settimana fa dal procuratore Mino Raiola, il suo soprannome potrebbe essere Benjamin Button, il protagonista del «curioso caso» raccontato da Francis Scott Fitzgerald e poi interpretato sul grande schermo da Brad Pitt, che invecchiando ringiovanisce. La parabola calcistica dello svedese dice proprio questo: vicino ai 35 anni, età in cui un «calciatore normale» appende le scarpette al chiodo, lui continua a segnare valanghe di gol, migliorando il proprio rendimento di stagione in stagione.
Per la terza volta in quattro anni è stato eletto miglior calciatore della Ligue 1, grazie ai suoi fantasmagorici 35 gol in 29 partite, che diventano 45 se ci aggiungiamo quelli segnati in Coppa di Lega e in Champions League. Un ruolino di marcia sensazionale che, grazie al suo status di calciatore in scadenza di contratto, ne fa uno dei pezzi pregiati del prossimo mercato.

Le anticipazioni di Raiola
Che il suo nome venga accostato continuamente al Milan ci sta, ormai ci siamo abituati. Quello che sorprende è che a distanza di pochi giorni (anche se l’intervista a Mino Raiola uscita la scorsa settimana è di un mese fa) prima il suo procuratore, l’inarrivabile ex pizzaiolo italo-olandese, poi lui stesso, siano tornati a parlare di quella rossonera come di un’opzione tutt’altro da scartare. Anzi.
«Ibrahimovic potrebbe tornare in Italia, al Milan», aveva detto Raiola, alimentando le speranze del sempre più depresso popolo rossonero. 

Ibra: «Milan, il club più grande»
Stavolta anche il diretto interessato prova ad aprire nuovi ed interessanti scenari per il futuro suo e quello della società di via Aldo Rossi: «Ho un buon rapporto col Milan, è il più grande club in cui ho giocato e quando sono andato via non è stato per una mia scelta. Comunque è andata come è andata, ormai é il passato e io penso al futuro, vediamo cosa succede. Il passato può diventare il futuro? Non si sai mai, vediamo, fra un po' saprete tutto».

Ora tocca alla società
La notizia della dichiarazione d’amore di Ibrahimovic al Milan ha inevitabilmente scosso i tifosi rossoneri combattuti tra la voglia di rivedere il gigante svedese con quella gloriosa maglia sul petto e la paura di subire un’altra, l’ennesima, delusione. La conseguenza è una diffidenza palpabile che però non possiamo addebitare al calciatore né tantomento al suo staff. Lui la sua parte la sta facendo e la voglia di tornare a Milanello non è più un mistero per nessuno. Però a questo punto urge che la società risponda a tono ai messaggi, neppure tanto in codice, dello svedese. Che siano i cinesi o che resti Silvio Berlusconi sul ponte di comando, urge mettere a punto un piano d’azione lungimirante e sensato per riportare il club di via Aldo Rossi ai successi prestigiosi che gli competono. A quel punto si che Zlatan Ibrahimovic scioglierà la sua riserva, tornerà ad indossare la casacca rossonera e ad infiammare San Siro come mai, nell’ultimo quinquennio, è più riuscito a fare.