20 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Calcio - Serie A

Mihajlovic attacca Galliani: al Milan è tutti contro tutti

Messo continuamente alle corde dagli attacchi di Berlusconi, Mihajlovic ha deciso di passare al contrattacco denunciando - con colpevole ritardo - gli evidenti limiti della rosa rossonera: «Alcuni uomini sono stanchi perché non abbiamo alternative valide».

MILANO - Qualcuno ricorderà certamente una delle ultime perle di Adriano Galliani, regalata ai cronisti adoranti alla fine del recente mercato invernale: «Siamo a posto così, la rosa è completa, siamo coperti in ogni ruolo».
Ora confrontate le parole dell’ad rossonero con quelle di Sinisa Mihajlovic, rilasciate a un paio di mesi di distanza, per la precisione al termine di Milan-Lazio, quando inevitabilmente i nodi sono venuti al pettine: «Honda e Bonaventura sono stanchi ma devono giocare. Il problema è che tocca sempre a loro perchè non abbiamo alternative sulle fasce. Poi alla fine è ovvio che perdano in freschezza e lucidità. Come alternative ho Poli e Antonelli, ma sarebbero fuori ruolo. La verità è che non riusciamo a cambiare la partita in corso perché ci mancano le soluzioni».

La ribellione di Sinisa
Se non è uno scontro frontale, una dichiarazione di guerra, una ribellione all’ordine costituito poco ci manca. La verità è che le parole di Sinisa Mihajlovic rappresentano solo l’estremo tentativo di un uomo abbandonato di difendersi dagli attacchi frontali e continui di Silvio Berlusconi, impegnato a tempo pieno nell’opera di delegittimazione del tecnico agli occhi della squadra.
Quanto la strategia presidenziale possa rivelarsi funzionale ai progetti di crescita del Milan è tutto da dimostrare. Anzi, saremmo propensi a credere che questo reiterato tentativo di mettere in cattiva luce il tecnico non sia che un maldestro esperimento di Berlusconi per purificare la propria immagine agli occhi dei tifosi del Milan.

L’allenatore paga per tutti
Molto più semplice far passare il messaggio che il gioco latita perché Mihajlovic non è un grande allenatore, che la squadra ha potenzialità da Champions ma è guidata male, che la colpa è tutta dello staff tecnico, anziché ammettere pubblicamente che il Milan sta pagando gli errori e gli orrori degli ultimi quattro anni passati a raschiare il fondo del barile. Quattro lunghissime e mortificanti stagioni che hanno visto elevare al rango di vittime sacrificali gli allenatori di turno - nell’ordine Allegri, Seedorf, Inzaghi e adesso Mihajlovic - piuttosto che ammettere le colpe di una società arrivata ormai alla frutta. Una dirigenza incapace non solo di mantenere il Milan ai livelli ai quali era riuscito ad elevarlo per un quarto di secolo, ma neppure in grado di avviare un progetto di ricostruzione sensato, poggiato sulle solide fondamenta di idee vincenti e non sulle chiacchiere ammalianti e ormai stucchevolmente mandate a memoria che Berlusconi e Galliani continuano a propinare al popolo rossonero.

Almeno Sinisa ci ha provato
Ecco perché oggi è importante registrare le dichiarazioni di Sinisa Mihajlovic. Uno sfogo che non cambierà di una virgola il destino del serbo, ormai lontanissimo da Milanello, ma salverà la faccia di un tecnico che, pur non facendo cose eccezionali alla guida del Milan, ha almeno provato a tenere a galla un barcone che appare drammaticamente destinato alla deriva.