La Coppa Italia mette a nudo i limiti del Milan
La prestazione scialba dei rossoneri amplifica il netto divario tra il ristretto gruppo dei titolari e le cosiddette seconde linee. La realtà è che Mihajlovic è costretto ad amministrare una rosa non all’altezza. Servirebbe un repulisti generale, purtroppo impossibile da attuare in tempi brevi.
MILANO - Squallore, sostantivo maschile che evoca un senso desolante di abbandono e tristezza. La parola in questione, all’indomani della serata di martedì, quella dedicata al quarto turno di Coppa Italia tra Milan e Crotone, vince di gran lunga il primo premio per l’utilizzo sui social network. Un concetto manifestato con toni tutt’altro che morbidi e accondiscendenti dagli stessi tifosi rossoneri, letteralmente sbalorditi di fronte alla pochezza tecnico-tattica messa in mostra dai ragazzi di Mihajlovic in quello che alla vigilia era considerato un appuntamento da non fallire assolutamente.
La preziosa intromissione di Galliani
Resta il mistero legato alle scelte del tecnico. Se si trattava effettivamente di un match così delicato e da vincere a tutti i costi (pena la catastrofe, come sottolineato dallo stesso Mihajlovic in conferenza stampa), perché quella decisione ai confini del masochismo di schierare un undici titolare formato solo da riserve? Messa così potrebbe sembrare una contraddizione in termini, eppure è esattamente ciò che è successo a San Siro sabato sera: l’esasperazione del turn over con innegabili effetti nefasti.
E meno male che a poche ore dall’inizio della partita è arrivata la strigliata di Galliani che ha imposto a Mihajlovic di convocare in tutta fretta anche Bonaventura e Montolivo, colpevolmente lasciati a casa dal tecnico serbo e poi rivelatisi indispensabili per il passaggio del turno.
Milan: dietro i titolari niente
Ciò che ha raccontato questa sfida valida per il quarto turno di Coppa Italia, peraltro combattuta di fronte ad un Crotone coraggioso e messo sapientemente in campo dal tecnico Juric, è che a parte il ristretto gruppo di 10-12 titolari, il Milan ha una rosa a dir poco scadente. Un manipolo scombiccherato di calciatori la cui collocazione in un universo calcistico costruito sulla meritocrazia risulterebbe oggettivamente complicata.
La squadra rossonera è piena di seconde linee che ragionano da primattori e invece rendono da dilettanti (senza fare nomi, Zapata, Honda, Suso, Nocerino, De Sciglio, Josè Mauri etc. etc.). Un bell’equivoco da fronteggiare per Sinisa Mihajlovic ancora non completamente calato nella parte e in evidente difficoltà nel gestire la situazione.
Tutto lo sdegno della Curva Sud
Contro i rossoblù calabresi l’unico ad aver dimostrato senza tema di smentite di essere di un’altra categoria rispetto agli avversari è stato un volenteroso Luiz Adriano, autore tra l’altro del gol del vantaggio all’inizio del secondo tempo. Tutti gli altri celebrati campioni (o presunti tali), gratificati da stipendi milionari che i rivali del Crotone non arriveranno a guadagnare probabilmente in una carriera intera, hanno fatto una ben misera figura, conquistandosi con pieno merito lo sdegno dei tifosi rossoneri che, al termine dei 90 minuti regolamentari hanno abbandonato lo stadio e lasciato la curva Sud disperatamente vuota.
Le colpe di Galliani e Mihajlovic
Anche in questo caso non è difficile la distribuzione delle colpe. Da un lato Adriano Galliani, deus ex machina della campagna acquisti rossonera e responsabile di aver messo su una rosa assolutamente inadeguata, dall’altra il tecnico serbo, autore della folle decisione di schierare una formazione titolare senza neppure un reduce dall’ultima brillante vittoria in campionato contro la Sampdoria. Se è vero che le batoste, specie se pesanti, possono diventare preziose per non commettere ancora gli stessi errori, c’è da sperare che la lezione sia servita a Mihajlovic: il 16 dicembre il Milan affronterà ancora i blucerchiati per gli ottavi di finale di Coppa Italia e allora non si potrà davvero più sbagliare.