Ora Menez può essere un problema
L’attaccante francese, tornato al calcio giocato proprio lunedì sera, nella prima uscita ufficiale dei rossoneri contro il Perugia, soffre ancora per il problema alla schiena che l’ha tenuto fuori finora. Ma è il tuo atteggiamento a preoccupare Mihajlovic. Si fa strada un dubbio: cederlo negli ultimi giorni di mercato o puntare su un suo recupero?
MILANO - Provate ad immaginare lo stato d’animo di Jeremy Menez. L’ultima volta con la maglia rossonera sulle spalle era la fine dello scorso campionato, il francese era un titolare inamovibile, capocannoniere della squadra con 16 gol segnati in campionato e leader indiscusso del Milan targato Pippo Inzaghi. Poi l’espulsione rimediata contro il Genoa dopo una sfuriata che ha lasciato tutti a bocca aperta, la conseguente squalifica per quattro giornate e un campionato fin lì da copertina concluso in malo modo.
Da Inzaghi a Mihajlovic
Tante cose sono cambiate da allora. Il Milan ha licenziato Inzaghi e preso un nuovo allenatore, il sergente di ferro Sinisa Mihajlovic. Come se non bastasse, il presidente onorario Berlusconi ha deciso di riappropriarsi del club tornando ad investire pesantemente sul mercato e così Milanello ha potuto accogliere due nuovi e straordinari attaccanti, Carlos Bacca e Luiz Adriano (senza contare il possibile arrivo last minute di Zlatan Ibrahimovic). Ed ecco che in un lampo, la posizione di Jeremy Menez all’interno delle gerarchie rossonere è improvvisamente mutata: da assoluto «untouchable» della rosa milanista a possibile elemento di disturbo.
L’anarchico Menez, tutto genio e sregolatezza
L’attaccante francese, si sa, è sempre stato un calciatore un po’ speciale: lunatico, geniale, irriverente, talentuoso, spregiudicato, indolente, capace di farti spellare le mani dagli applausi per una giocata sensazionale e dopo pochi minuti tirarti fuori i peggiori insulti per aver sprecato un pallone insulso.
Il problema è che mentre il sistema di gioco di Filippo Inzaghi sembrava fatto apposta per Jeremy Menez, palla lunga al francese e speriamo che accada qualcosa, senza uno straccio di schema, senza un’ipotesi di intreccio armonico tra i calciatori, senza un’idea di gioco costruito a tavolino, nella nuova squadra costruita con pazienza da Sinisa Mihajlovic tira tutt’altra aria.
Con Mihajlovic non c’è più spazio per l’improvvisazione
Ora al Milan non c’è più spazio per l’approssimazione, per l’anarchia, per le iniziative private, per l’improvvisazione fatta arte. Quel mondo fatato nel quale l’ex attaccante di Roma e Paris Saint Germain sguazzava alla grande non esiste più. Adesso a Milanello si lavora per davvero, ogni calciatore sa perfettamente come muoversi e cosa fare, sono tutti inquadrati in schemi ben precisi che, lungi dall’incatenare la fantasia dei rossoneri, hanno solo il pregio di valorizzarne le qualità. Le idee tattiche dell’allenatore serbo sono chiare: «Il mio compito è quello di offrire ai ragazzi una serie di soluzioni da adottare poi in campo. Sono poi loro in partita a scegliere quella più adatta per ogni singola circostanza».
Parole che sanno di zucchero e miele per i tifosi milanisti, da troppo tempo abituati a vivere in un limbo di mediocrità nel quale nessuno sapeva quale fosse il proprio ruolo. E nel quale appunto un geniaccio come Jeremy Menez riusciva ad emergere una spanna sopra tutti gli altri. Adesso il francese sarà in grado di incamerare tutti i nuovi dogmi tattici di Mihajlovic e trasformarli in rigore e applicazione prima in allenamento e poi in partita?
Menez di nuovo bloccato dal mal di schiena
Mistero, intanto l’attaccante parigino è di nuovo fermo ai box e oggi non prenderà parte all’allenamento con il resto della squadra. Secondo quanto riportato dal canale tematico rossonero Milan Channel, Menez avrebbe ancora problemi alla schiena, malgrado l’intervento chirurgico al quale si era sottoposto lo scorso 11 giugno scorso per la rimozione di una piccola recidiva di ernia discale ed eseguita a Montecarlo dal neurochirurgo Bernard Massini. Dopo l’operazione Menez era stato costretto ad un periodo di riposo di 3 settimane prima di riprendere l'attività fisica, ma sembra che i tempi non siano ancora maturi per una sua completa ripresa dell’attività agonistica. E in via Aldo Rossi aumentano le perplessità: aspettare il capocannoniere della scorsa stagione e sperare di riuscire a collocarlo nello scacchiere tattico di Mihajlovic oppure provare a venderlo negli ultimi giorni di mercato e incassare un’importante plusvalenza?
Ai posteri l’ardua sentenza.