2 dicembre 2023
Aggiornato 16:00
La versione del boss

Arrivabene: «La seconda vittoria è arrivata. Ma adesso...»

Così il team principal della Ferrari ha vissuto il trionfo nel Gran Premio d'Ungheria: «Il venerdì è stata una giornata disastrosa, ma abbiamo continuato a lavorare. Proprio come dovremo fare nel resto della stagione»

ROMA – Un successo ancora più bello perché totalmente inaspettato, quello di Sebastian Vettel nel Gran Premio d'Ungheria. Per come era cominciato il fine settimana di Budapest, il team principal Maurizio Arrivabene aveva previsto di lottare per la zona punti, al massimo per un podio. Invece, il suo pilota ha dominato dalla partenza all'arrivo e, se non fosse stato per un problema elettrico al motore di Kimi Raikkonen, sarebbe maturata addirittura la doppietta. «Al venerdì faticavamo molto – racconta il numero uno della rossa – E, ad un certo punto, James Allison (il direttore tecnico, ndr) mi ha detto: 'Se devo pensare al peggior giorno della mia carriera, è oggi'. Ma abbiamo messo tutto insieme, abbiamo lavorato con determinazione e questo la dice lunga su un team che sta crescendo a vista d'occhio».

Come è maturata la vittoria
«Abbiamo usato la terza sessione di prove libere per cercare di mettere a punto la vettura – prosegue Arrivabene – e al sabato sera ci siamo resi conto dei miglioramenti. Non ci saremmo mai aspettati un risultato del genere, ma almeno pensavamo positivo. Bisogna spiegarlo, perché per un mese fino alla settimana scorsa, tutti parlavano di disastro: probabilmente non erano in grado di leggere i numeri, oppure non volevano». Invece, dal disastro si è passati improvvisamente al trionfo: o meglio, al doppio trionfo. Proprio l'obiettivo minimo che lo stesso Arrivabene aveva fissato prima della stagione: due vittorie. Eppure, il lavoro vero comincia adesso: «Sì, abbiamo ottenuto due vittorie, ma dobbiamo tenere i piedi per terra e continuare a lavorare sodo, come questo weekend». Nelle scorse gare, quando sembrava che il distacco dalla Mercedes stesse crescendo, era aumentata la pressione per tornare a vincere? «Non mi conoscete – ribatte il team principal – Vedete quanto sono larghe le mie spalle. Non sento pressioni, perché ho detto fin dall'inizio che il nostro obiettivo era di vincere due gare, tre sarebbe stato il paradiso e quattro bla bla bla... la solita storia».

L'annata è ancora lunga
«Non è una questione di pressione. La questione è che abbiamo fatto le cose di fretta, e non è un fatto che risale a ieri: è accaduto molte volte in F1 che un team si mette fretta, poi fa una pausa e poi riprende a correre. Questa è la storia del campionato, più o meno. Tutti i team fanno la stessa cosa: ovviamente la Mercedes è forte ovunque, ma ci si aspettano gare positive e altre meno nel corso della stagione. Questo non significa fare dei passi indietro, perché bisogna mettere in conto che a volte gli altri crescono. Per cui bisogna recuperare e fare il proprio dovere. In generale, la direzione che abbiamo preso è positiva e mancano ancora nove gare: speriamo che ce ne siano altre come questa, ma alcune saranno anche come Silverstone o Barcellona».