Valentino Rossi, il campione che vince. Ma non domina
Il Dottore è in testa alla classifica generale della MotoGP, ma dall'inizio dell'anno ha percorso in testa solo quattro giri. Contro di lui c'è Jorge Lorenzo, reduce da tre gare consecutive sempre al comando. La lotta entra nel vivo
TAVULLIA – Dei 144 giri finora compiuti dai piloti della MotoGP nei primi sei Gran Premi stagionali, Jorge Lorenzo ne ha comandati 91. Valentino Rossi soltanto quattro. Non è un refuso: avete letto bene, anche se il dato ha davvero dell'incredibile. Il Dottore, insomma, avrà anche sei punti di vantaggio sul suo compagno di squadra in classifica generale, ma finora a dominare il maggior numero di gare è stato il maiorchino. È questo numero inaspettato a raccontare meglio di qualsiasi commento la storia di questa prima parte di Motomondiale. Da un lato c'è 'Por Fuera', partito bene tenendo la testa per 16 giri in Qatar, quindi smarrito nelle successive gare, ma solo per ritrovarsi negli ultimi tre GP a Jerez, Le Mans e al Mugello, dove ha dominato ogni singola tornata. Dall'altro c'è il campione di Tavullia, forte di un'eccellente costanza di rendimento, di una striscia positiva senza passi falsi, ma che per portare a casa le sue due vittorie, in Qatar e in Argentina, è stato costretto a delle rimonte a perdifiato. E in entrambi i casi è passato al comando solo al penultimo giro.
Punti forti e deboli
Questo fine settimana in Catalogna, ovvero a casa di Jorge Lorenzo, inizia il secondo terzo della stagione. E la lotta a due per il titolo mondiale entrerà nel vivo: a Vale non basterà più, come negli ultimi weekend, accontentarsi di un piazzamento e amministrare il suo vantaggio di punti. Dovrà tornare a vincere, ovvero spezzare la tripletta di successi consecutivi che sembrano aver reso imbattibile lo spagnolo. E per farcela, il pesarese dovrà migliorare nelle qualifiche, ovvero proprio quel tallone d'Achille che lo ha costretto a disputare gare sempre in salita in questo inizio d'anno. Lorenzo è in fase di grazia, forte di una forma fisica perfetta e di un connubio ideale con la sua moto. E, se parte davanti a tutti e scappa fin dai primi giri, non lo ferma nessuno. Le uniche armi per fermarlo possono dunque essere la solidità psicologica e l'esperienza del nove volte iridato. Rossi, in altre parole, deve giocare sul punto debole del compagno, quello mentale: rompergli il ritmo, mandarlo in confusione, rendergli la vita difficile, farlo sbagliare. Impresa alla sua portata, ma solo se riuscirà finalmente a scattare al suo fianco, dalla prima fila, come mai gli è capitato in questo 2015.
Tra i due litiganti...
E poi c'è l'altro padrone di casa, il terzo incomodo nella lotta per il titolo: Marc Marquez, che di giri in testa ne ha comunque compiuti 40 finora, anche se ha ben 49 punti di distacco dalla vetta della graduatoria. Anche lui può essere della partita? Lasciamo parlare lo stesso Rossi: «La sua situazione è incredibile, nessuno si aspettava di vederlo in quinta posizione dopo sei gare – ammette – Ma parliamo di Marc Marquez e della Honda ufficiale. Penso che oggi abbiano dei problemi tecnici, di equilibrio della moto, ma possono recuperare molto velocemente e tornare forti come l'anno scorso. Di certo la corsa al titolo non è chiusa».
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