29 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Editoriale

Rossi vale Marquez? No, la domanda corretta è se Marquez vale Rossi

Vecchio, bollito, farebbe meglio a ritirarsi. Questo pensavano alcuni «esperti«. Proviamo a spiegargli che pilota sia ancora oggi il Dottore e quale cura abbia in serbo per i suoi giovani rivali

Ehi tu, sì proprio tu che stai leggendo questo editoriale. Ti rendi conto della fortuna che hai avuto di essere nato in quest’epoca, quella di Valentino Rossi il Grande? Oggi ne parliamo ormai come se fosse un’abitudine, una cosa normale quella di sedersi sul divano dopo il pranzo della domenica e tifare per il Dottore, dando quasi per scontato che ci farà sognare e urlare dopo ogni curva, ogni sorpasso, e magari dopo un’altra vittoria. Una routine che dura da diciotto lunghi anni, eppure sembra solo ieri di vederlo con quei capelli lunghi a caschetto, quella faccia furbetta e sbarazzina, quei giri d’onore con in sella un pollo gigante o una bambola gonfiabile. Roba da raccontare un giorno ai nipotini. Eppure c’è chi lo mette in discussione. Ci vuole proprio coraggio! Vediamo se riusciamo a far ricredere qualcuno che ama parlare a sproposito.

UN MONDIALE PER CLASSE - Rossi è l’unico pilota nella storia del Motomondiale ad aver vinto almeno un titolo in tutte e quattro le classi in cui ha corso. In 125, 250 e 500 il titolo è arrivato sempre al secondo anno dopo un primo di studio. Il passaggio alla MotoGP, invece, è stato vincente sin da subito. In totale ha vinto nove mondiali in diciotto stagioni. Una media stratosferica del 50%, in pratica è come se ne avesse vinto uno ogni due anni. Se poi consideriamo il fatto che questi nove successi sono arrivati nei suoi primi tredici anni di carriera, la media sale addirittura al 75%. L’arco temporale, destinato ancora ad aumentare si spera, tra il primo (Brno 1996) e l’ultimo gran premio vinto (Misano 2014) è di diciotto anni e ventisette giorni.

I RECORD NELLA CLASSE REGINA - Il primo titolo in 500 lo ha vinto nel 2001 all’età di 22 anni. In questo Marquez è stato più precoce (20 anni), ma resta da vedere se lo spagnolo sarà in grado di centrare un filotto di cinque mondiali consecutivi (Uno in 500 più quattro in MotoGP dal 2001 al 2005) così come fece il Dottore. Per ora, ormai possiamo dirlo, è a due. Nell’epoca recente della MotoGP Rossi è, a tutt’oggi, il pilota più vincente con sei mondiali vinti. Hayden si è fermato a uno, Stoner a due, così come Lorenzo e Marquez che però sono ancora in attività e possono dunque migliorare il proprio palmares. Ma arriveranno ad uguagliare o addirittura fare meglio di Valentino? Vedremo, anche perché non ce la sentiamo proprio di escludere la possibilità che Rossi possa ancora vincerne un altro.

POVERI STOLTI - Parlando del Dottore in molti, negli ultimi anni, lo hanno fatto a sproposito. In Italia, anche quando in ballo ci sono leggende nazionali, purtroppo funziona così. Gli hanno dato del vecchietto, del bollito, sostenendo che ormai non ne avesse più, che avesse perso lo smalto, addirittura il talento. Hanno sentenziato che non avrebbe più vinto, che avrebbe fatto meglio a ritirarsi. Poveri stolti. Hanno avuto il dono della parola e lo hanno usato male.

UN VECCHIETTO ARZILLO - Prima di tutto, uno come Rossi non si dovrebbe discutere mai ma celebrare sempre. In seconda battuta, è vero che ha 35 anni suonati, ma evidentemente se li porta bene e meglio di altri. Qualche esempio? Partiamo dal più grande, Giacomo Agostini: la sua ultima gara del motomondiale l’ha vinta in sella alla Yamaha TZ 750 il 25 settembre 1977 ad Hockenheim all’età di 35 anni, tre mesi e nove giorni. Max Biaggi ha vinto la sua ultima gara in MotoGP il 16 luglio 2004 in sella alla Honda al Sachsenring all’età di 33 anni e 20 giorni. Loris Capirossi il 23 settembre 2007 a Motegi in sella alla Ducati ufficiale e all’età di 34 anni, cinque mesi e diciannove giorni. Questi gli italiani. Quanto ai piloti stranieri più vincenti, Kenny Roberts senior vinse la sua ultima gara prima di ritirarsi il 4 settembre 1983 a Imola all’età di 31 anni, otto mesi e quattro giorni; Kevin Schwantz a 30 anni, un mese e cinque giorni (Donington, 24 luglio 1994); Eddie Lawson a 34 anni, quattro mesi e un giorno (Hungaroring, 12 luglio 1992); Mick Doohan a 33 anni, quattro mesi e diciannove giorni (Buenos Aires, 23 ottobre 1998); Wayne Rainey a 32 anni e dieci mesi (Brno, 22 agosto 1993). Questi ultimi due, Doohan e Rainey, purtroppo, si ritirarono forzatamente per un grave infortunio.

ULTIMA MA NON ULTIMA - La vittoria a Misano, sperando che non sia l’ultima, Rossi l’ha conseguita a 35 anni, sei mesi e ventotto giorni. Già fermandoci qua avrebbe fatto meglio di tutti gli altri, ma la festa non è mica finita. Al termine di questa stagione mancano ancora cinque gare. In più, lo scorso luglio ha firmato con la Yamaha il rinnovo del contratto per altre due stagioni. Ne vogliamo dire ancora un’altra? Dall’anno prossimo cambia il fornitore delle gomme (si passa da Bridgestone a Michelin) e cambiano anche le moto che, in virtù del nuovo regolamento tecnico, saranno tutte Open. Cosa vuol dire questo? Che la MotoGP cambierà ancora, ma soprattutto che tutti i team non avranno più alcun riferimento e partiranno praticamente da zero. Nessun favorito equivale a dire che sono tutti favoriti, compreso quindi anche il Dottore.

IL DUBBIO AMLETICO - Essere o non essere veloce e competitivo quanto o di più di Marquez e Lorenzo? Questa è la domanda che sorge spontanea dopo quest’ultimo exploit. Rossi sostiene da sempre di essere all’altezza degli spagnoli, seppur questi molto più giovani di lui. E noi gli crediamo ciecamente. Forse gli stolti di cui sopra, dopo la deludente parentesi in Ducati, pensavano che Valentino fosse oramai giunto a fine carriera. Ma così evidentemente non è. Il punto di forza di Lorenzo è il ritmo: anella giri veloci su giri veloci, soprattutto nella prima parte di gara, ma se non prende un margine di vantaggio rassicurante in volata non è il migliore. Marquez invece fa del combattimento corpo a corpo la sua arma più letale, irridendo quasi gli avversari. Rossi, da par suo, ha dimostrato negli anni d’oro di avere entrambe queste qualità. Vedere per credere i duelli con Biaggi, Gibernau e compagnia cantante. Con una Yamaha all’altezza della Honda, sarebbe in grado di battere Marquez? Assolutamente sì. Magari non in tutte le occasioni, ma sarebbe un testa a testa per il titolo fino all’ultima gara. Speriamo di vederla una stagione così. Sarebbe una sfida mondiale tra un 36enne ed un 22enne. Quattordici anni di differenza esatti esatti. Vale è nato il 16 febbraio 1979, Marquez il 17 dello stesso mese ma del 1993. Se vincesse il più giovane non ci sarebbe nulla di anormale, se lo facesse il più anziano invece sarebbe innaturale. Chi vale quanto chi? Solo la pista può dircelo. Che vinca il migliore!