12 ottobre 2025
Aggiornato 14:30
Invasione di campo

Mercato-Milan, siamo alle solite: tanto rumore per nulla

Nel giorno del raduno rossonero, Galliani continua a lanciare proclami di rilancio, ma le trattative non decollano. Ed i tifosi intanto attaccano l’ad.

È l’alba di una nuova stagione per l’AC Milan, l’anno del riscatto, della redenzione, del ritorno ai fasti del passato. Dite che stiamo esagerando? Eppure è questo il senso delle tantissime dichiarazioni rilasciate dai vertici rossoneri, da Silvio Berlusconi in giù, nelle ultime settimane. Proprio ieri, giorno del raduno della squadra a Casa Milan, l’amministratore delegato Galliani ha ribadito il concetto senza mezze misure: «È doveroso tornare a qualificarsi in Champions League. Negli ultimi 15 anni, abbiamo fatto per 13 volte la Champions. Ci manca tantissimo ed è la nostra vita. Dobbiamo tornarci assolutamente».

Sarà, ma le perplessità sono più che legittime visto l’andazzo dell’ennesimo mercato a tasso 0 messo in piedi dalla famiglia Berlusconi. Ed infatti iniziano ad affiorare i primi malumori, ieri espressi dalla curva sud, cuore pulsante del tifo rossonero: «Credevamo di vedere qualcosa di nuovo ed invece pronti via le prime notizie parlano dei soliti summit per i soliti dubbi acquisti. Ancora a parlare unicamente di parametri zero ed acquisti di giocatori mediocri che vanno solo ad arricchire le tasche dei procuratori e sembrano fare il gioco dell'amico di turno».

Parole di fuoco scagliate soprattutto contro Galliani, ma come dare torto ai cosiddetti tifosi «non evoluti»? Di Iturbe si sono perse le tracce (anzi no, è stato visto sfrecciare ieri sulla Verona-Torino), di Vrsaljko non se ne fa più niente per stessa ammissione di Galliani («il croato non arriverà») e Cerci….«chissà, forse, vediamo» come continua a ripetere l’ad. La conditio sine qua non è che Robinho faccia in fretta le valigie per Orlando e vada a raggiungere l’amico Kakà, appena sbarcato in Florida, passando via San Paolo.

Più o meno quello che è stato propinato ai tifosi del Milan anche riguardo la trattativa Iturbe: «chissà, forse, vediamo…però prima bisogna sistemare Kakà». Inutile dire che Ricky ha salutato la combriccola e ha lasciato libero l’armadietto, ma il giovane attaccante argentino è finito alla Juventus.

Tra i tifosi rossoneri ormai la diffidenza regna sovrana, ecco perché al Milan c’è bisogno di ritrovare credibilità.

E forse anche un portiere decente. Una squadra con dichiarati – anche in maniera pomposa - propositi di rilancio, non può permettersi di costruire le proprie fortune sul "vecchio" Abbiati (detto con affetto, naturalmente, ma la carta d'identità è impietosa), sull'acerbo Gabriel, finora adeguato al massimo alla squadra Primavera, e per finire sul nuovo acquisto (a parametro zero, of course) Agazzi, trentenne portiere con una solida esperienza in squadre blasonate quali Foggia, Triestina, Cagliari e Chievo.
Appena qualche anno fa, un calciatore con il curriculum di Agazzi, la maglia rossonera avrebbe al massimo potuto acquistarla in un Milan Point. Adesso invece sembra chiamato ad indossarla, con il suo nome stampato sulla schiena. Certo, dopo aver visto sgambettare sul prato di Milanello professionisti della pedata quali Birsa, Constant, Traorè etc. etc. perché stupirci di Agazzi?
 


Però una considerazione in proposito vale la pena di farla, anche alla luce di una trattativa di cui si parla già da un po’ e che torna a fare capolino tra le fitte maglie del mercato rossonero. Protagonisti della vicenda Galliani e Preziosi, meglio noti come «I re della Versilia». I due amiconi, tra una passeggiata in bicicletta e un pranzo a Forte dei Marmi, stanno come al solito animando il mercato delle due società che rappresentano con una fitta rete di scambi. L’ultima è quella che riguarda il portiere Perin. Alcune indiscrezioni raccontano di un accordo vicinissimo tra Milan e Genoa grazie al quale il giovane estremo difensore di Latina potrebbe arrivare in rossonero, ma solo dalla stagione 2015-16. Sicuri che non sia il caso di far salire a bordo Perin già da subito, offrire ad un ragazzo cresciuto tanto nell’ultima stagione, tanto da meritare un posto tra i 23 azzurri convocati per i mondiali brasiliani, la possibilità di aumentare ancora il suo bagaglio di esperienza e vivere da protagonista l'anno zero della ricostruzione targata Inzaghi?