20 agosto 2025
Aggiornato 09:00
La polemica

Napolitano e la crisi morale del calcio italiano

Il Presidente della Repubblica: «Non ci sono due mondi del calcio: quello che abbiamo visto l'altra sera, fuori e dentro lo stadio Olimpico, ha a che vedere con il peggio degli odii tra le tifoserie, della violenza e perfino della criminalità. Bisogna che lo si tratti in modo diverso dal mondo del calcio»

ROMA - A pochi giorni dagli incidenti scoppiati per la finale di Coppa Italia, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inaugurato questa sera una mostra per i 104 anni della Nazionale italiana all'Auditorium di Roma. «Questo è il mondo del calcio che amiamo, il solo mondo del calcio che amiamo», ha detto il capo dello Stato interpellato dai giornalisti all'uscita dell'esposizione. «Non ci sono due mondi del calcio: quello che abbiamo visto l'altra sera, fuori e dentro lo stadio Olimpico, ha a che vedere con il peggio degli odii tra le tifoserie, della violenza e perfino della criminalità. Bisogna che lo si tratti in modo diverso dal mondo del calcio».

VICINO ALLA VEDOVA RACITI - «Purtroppo ci sono altri focolai di violenza e fanatismo e vanno messi in questo contesto una serie di personaggi e comportamenti. Questo ha investito il mondo del calcio ed è il segno di una crisi morale, di valori e di comportamenti. Non parlo poi del fatto - ha aggiunto il presidente della Repubblica concludendo il ragionamento - che qualcuno ha avuto il coraggio di invocare la libertà per chi ha ucciso Raciti: voglio dire alla vedova che le sono vicino come tutti gli italiani onesti e come tutti coloro che amano il calcio».

BENE RENZI - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso apprezzamento per la battuta di Matteo Renzi dopo che il premier ha deciso di non lasciare lo stadio Olimpico quando, sabato sera, sono scoppiati incidenti in occasione della finale di Coppa Italia. «Io non sono andato per vari motivi», ha spiegato il capo dello Stato ai giornalisti che, a margine dell'inaugurazione di una mostra sulla Nazionale italiana all'Auditorium di Roma, gli domandavano se lui avrebbe consegnato la coppa alla squadra vincitrice. «Sono andato in varie circostanze che sono andate bene: alla finale dei Mondiali a Berlino e alla finale di Coppa Italia due anni fa, ma ho letto la battuta del presidente del Consiglio Renzi quando si è domandato se se ne sarebbe dovuto andare ed ha commentato: ma noi a quelli lì il calcio non glielo lasciamo. Mi sembra una bella battuta che avrei fatto anch'io se fossi andato».

NON TRATTARE CON I FACINOROSI - «Ho sentito il ministro dell'Interno dire che non bisogna trattare con i facinorosi, ma questo deve essere vero anche per le società calcistiche e i loro presidenti».
«Bisogna rompere i legami con questi aggregati, le tifoserie, e i loro presunti capi che si collocano nel mondo dell'illegalità».