19 marzo 2024
Aggiornato 05:30
#StopMES!

I 5 Stelle chiedono l'«archiviazione» del MES: serve emissione coronabond

I Deputati: «Servono risorse urgenti e illimitate per fare tutto ciò che è necessario, non strumenti limitati e punitivi quali il Mes». PD: «PSE chiede Mes senza condizionalità e eurobond»

Il Premier, Giuseppe Conte con Ursula von der Leyen
Il Premier, Giuseppe Conte con Ursula von der Leyen Foto: ANSA

ROMA - «La riunione dell'Eurogruppo di domani è un appuntamento importante per l'Europa. Ci aspettiamo che si giunga ad elaborare una risposta coordinata che sia all'altezza della sfida che abbiamo di fronte. Abbiamo bisogno di interventi sostanziali e non di strumenti inadeguati e dannosi. Per questo il Mes non può essere lo strumento adatto e deve essere archiviato. Non è pensabile ricorrere a questo strumento in nessun caso». Lo dichiarano in una nota i deputati delle Commissioni Finanze e Bilancio del MoVimento 5 Stelle.

«L'ipotesi di eliminazione delle cosiddette condizionalità - proseguono - richiederebbe una riforma del Trattato del Mes, impraticabile in tempi brevi. Inoltre, l'ammontare delle risorse attivabili con questo strumento non sono minimamente adeguate alla portata degli interventi di cui c'è urgente bisogno. Il mondo intero ci guarda e si aspetta che l'Europa risponda con misure comparabili con quelle realizzate altrove, come negli Stati Uniti dove la Federal Reserve ha garantito acquisti illimitati per sostenere il poderoso piano da 2000 miliardi di dollari del Governo. Le soluzioni ci sono e ci riferiamo a strumenti in grado di garantire una risposta collettiva da parte dell'intera Unione Europea, come l'emissione di coronabond. Anche la Bce ha dimostrato di poter dare un contributo importante».

«Servono risorse urgenti e illimitate per fare tutto ciò che è necessario, non strumenti limitati e punitivi quali il Mes. Ci troviamo di fronte a una crisi globale dovuta a una gravissima epidemia, uno shock simmetrico che investe tutti i Paesi. Il Presidente Conte ha indicato la strada e il Governo italiano, pienamente sostenuto dalla maggioranza, è pronto a fare la propria parte in questa battaglia che ci vede tutti impegnati sullo stesso fronte. Bisogna garantire liquidità alle imprese europee e massimo sostegno all'azione dei Governi. L'Italia ha delegato la propria politica monetaria e scelto di coordinare la propria politica fiscale a livello comunitario non per privarsi di strumenti di intervento ma perché ha riposto fiducia nella capacità di fronteggiare le sfide globali in misura ancora più forte da parte dell'Europa. Come Paese membro e fondatore ci aspettiamo che questa fiducia non venga tradita», concludono i pentastellati.

PD: «PSE chiede Mes senza condizionalità e eurobond»

«Al lavoro per grande piano Marshall europeo per la sanità e la ricerca sulla salute, per finanziare il 'Green New Deal', per colmare i divari digitali e sociali. Oggi abbiamo partecipato al Consiglio sulla Finanza e l'Economia del Pse, per preparare la posizione dei progressisti europei in vista dell'importante Eurogruppo di domani». Lo scrivono in una nota congiunta Emanuele Felice e Emanuele Fiano, rispettivamente responsabile Economia ed Esteri della segreteria nazionale Pd.

«Il Partito socialista europeo - si legge nel comunicato - condivide la posizione del Pd e del governo italiano e la proposta di Paolo Gentiloni: oltre alle importanti misure già approvate (sospensione del patto di stabilità e pieno sostegno della Bce per il nuovo debito nazionale e per finanziare le imprese in difficoltà) il Pse chiede che ogni paese possa accedere al Mes senza alcuna condizionalità, per spese legate all'emergenza del Coronavirus, e chiede inoltre, in aggiunta a tutto ciò, anche un salto di qualità nella costruzione europea: l'emissione di eurobond, per la mutualizzazione del debito futuro legato a questa crisi drammatica, che potranno essere usati sia per il bilancio nazionale dei singoli stati, sia per ampliare il bilancio europeo (anche questa è una svolta molto importante: finora il bilancio europeo non poteva finanziarsi a debito)».

«In parte - spiegano i due esponenti democratici - il bilancio europeo dovrà poi essere ampliato con una rimodulazione della tassazione per favorire la transizione ambientale e digitale. Su nostra proposta, il Pse chiederà inoltre che cittadini di un paese dell'Unione che vivono oggi in un altro paese membro (ad esempio, i cittadini italiani in Germania) siano ovunque assistiti alle stesse condizioni dei cittadini dei paesi ospitanti, destinando a questo risorse comuni. Il Pse lavora infine per lanciare un grande piano Marshall europeo con risorse comuni molto più sostanziose, rivolte a sostenere la sanità e la ricerca sulla salute, a finanziare il 'Green New Deal', a colmare i divari digitali e sociali».

«Le forze progressiste europee si stanno battendo - sottolineano Felice e Fiano - affinché l'Europa metta in campo un ampio ventaglio di strumenti per affrontare questa crisi, senza precedenti come la situazione richiede, e per una maggiore integrazione economica e sociale nella nostra Unione. Stiamo andando in questa direzione. Ed è la nostra battaglia comune - concludono i due dirigenti Pd - con le forze progressiste di tutti gli altri paesi europei, contro i nazionalisti e i sovranisti del Nord e del Sud che vorrebbero farci restare deboli e divisi. Noi invece ne usciremo più forti, più uniti: più solidali».