19 marzo 2024
Aggiornato 03:30
Politiche europee

Fallisce il vertice europeo sul bilancio, Conte: «Mancato accordo perché non c'è abbastanza ambizione»

E' questa la lettura che il Premier Giuseppe Conte ha dato del fallimento del Consiglio europeo che ha cercato di trovare un accordo fra i Ventisette sul quadro finanziario per il periodo 2021-2027

Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio italiano
Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio italiano Foto: ANSA

BRUXELLES - «La ragione per cui noi oggi andiamo a casa senza aver raggiunto un accordo sul bilancio Ue, è che noi non accediamo a un'Europa che dismetta l'ambizione di perseguire le politiche che ha preannunciato». E' questa la lettura che il premier Giuseppe Conte ha dato del fallimento del Consiglio europeo che ha cercato inutilmente di trovare un accordo fra i Ventisette sul quadro finanziario pluriennale dell'Ue per il periodo 2021-2027.

«Diciamolo bene ai cittadini italiani - ha detto Conte ai giornalisti lasciando il vertice -, perché non credo che si appassionino al bilancio; credo che le poste contabili siano una questione per tecnici, di per sé molto noiosa. In realtà - ha sottolineato - qui stiamo decidendo le politiche europee per i prossimi sette anni. E' chiaro che se vogliamo un'Europa ambiziosa, più verde, più digitale, con più investimenti, più crescita, più occupazione; se vogliamo un'Europa che offra i sussidi necessari per una attività agricola che è in difficoltà, che offra la possibilità di far crescere le aree più arretrate come il nostro Centro-Sud, e di ridurre il divario rispetto alle aree più avanzate; allora dobbiamo appostare strumenti finanziari conseguenti, e correlati agli obiettivi che vogliamo perseguire».

Conte: «Far conseguire i fatti alle parole»

Su queste posizioni, ha continuato Conte, «siamo in ottima compagnia, questo bisogna chiarirlo; perché quel che è emerso è che l'Italia si trova con la stragrande maggioranza dei paesi per un'Europa più ambiziosa, e che sia conseguente rispetto agli obiettivi politici preannunciati. Al termine di questo incontro, una volta constatato che, a dispetto del tempo e della notte impiegata, non c'era la possibilità di convergere su dati e poste di bilancio conseguenti, l'Italia - ha annunciato il premier - ha ricevuto mandato, insieme alla Romania e al Portogallo, per elaborare anche una controproposta che sia invece in linea con questo disegno più ambizioso. L'ho detto anch'io molto chiaramente: dobbiamo far conseguire i fatti alle parole».

L'incarico a Italia, Portogallo e Romania, ha precisato Conte, è venuto «dalla stragrande maggioranza dei paesi che si riconoscono un un'Europa più ambiziosa, qualcuno li chiama 'i paesi della coesione'; io preferisco chiamarli, e l'ho detto ai colleghi, 'i paesi più ambiziosi'».

A chi chiedeva se, in nome di questa ambizione, l'Italia sia pronta ad aumentare eventualmente il proprio contributo al bilancio, il premier ha replicato: «Non è questa la prospettiva; la prospettiva è quella di applicare il criterio di solidarietà. E l'Italia, nella sua posizione, lo applica ampiamente».

«Via sconti anche alla Germania»

A questo proposito, il premier ha menzionato i «rebate», gli «sconti» che hanno ottenuto in passato sui contributi nazionali al bilancio Ue, e che vogliono assolutamente conservare, gli Stati membri più ricchi, i cosiddetti «paesi frugali» (Austria, Olanda, Svezia e Danimarca), e la Germania. «Questi famosi sconti - ha ricordato Conte - erano nati con il Regno Unito nel 1984: il Regno Unito è ormai fuori dall'Europa, e secondo me non si giustificano più», anzi, «secondo noi, secondo una stragrande maggioranza di paesi». I quattro paesi «frugali», ha osservato il presidente del Consiglio, «hanno dimostrato molta rigidità nelle loro posizioni, che riteniamo ingiustificate». E quanto alla Germania, ha aggiunto, «ovviamente ha interesse, come tutti quanti noi, a spingere perché si possa approvare un bilancio; ma evidentemente la rimeditazione che c'è da fare sui 'rebate' riguarda anche la Germania, non c'è dubbio».

Poi, ha osservato ancora Conte, «c'è anche la possibilità di creare delle 'risorse proprie', che non significa che i paesi aggiungono ulteriori risorse, ma che la Commissione può creare degli spazi finanziari ulteriori», per esempio attraverso dei prelievi, che andrebbero direttamente nelle casse comunitarie, sulla plastica non biodegradabile, o sui pagamenti di diritti di emissione di CO2 pagati dall'industria nel sistema Ets.

Sul bilancio Ue, insomma «c'è tanto da lavorare». Stasera, alla fine del vertice, «non ci siamo dati un appuntamento; ma lavoreremo già nei prossimi giorni per elaborare delle controproposte, per cercare di dare una mano, nell'interesse della Commissione stessa e in piena sintonia con il Parlamento europeo; perché ricordatevi - ha concluso Conte rivolto ai giornalisti - che tutto il Parlamento si è espresso per un'Europa più ambiziosa e per un bilancio più ambizioso».