26 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Seminario PD

Nicola Zingaretti: «Altro che subalterni, ecco il piano del PD per la fase due del Governo»

Il segretario del Partito Democratico risponde alle critiche interne e propone ai 5 Stelle un piano strategico in 5 punti: rivoluzione green, Italia semplice, equity act, educazione e salute

Il Segretario del PD, Nicola Zingaretti
Il Segretario del PD, Nicola Zingaretti Foto: ANSA

RIETI (ASKANEWS) - Smentire le accuse di «subalternità» al M5s e lanciare le proposte del Pd per la «fase due» del governo. Il segretario Dem Nicola Zingaretti chiude il seminario di due giorni che si è svolto all'abbazia di San Pastore, a Contigliano, vicino a Greccio (Rieti), per fare una sintesi della linea in vista della verifica di maggioranza invocata dal premier Giuseppe Conte.

Zingaretti ha ammesso di avere avuto dei «dubbi» sull'opportunità, ad agosto, di formare il governo. Ma oggi, rivendica, «abbiamo fatto bene» ad accettare quella «scommessa» perché l'esecutivo «ha salvato il Paese da una catastrofe economica, sociale e culturale». E nel governo, assicura respingendo alcune accuse, «non siamo subalterni» ma «abbiamo preso una posizione politica unitaria, che non è subalternità». Al contrario «siamo una comunità che tenta di mettere gli interessi generali delle persone al primo posto. Questo ha messo in difficoltà alcuni alleati, sicuramente ha messo in difficoltà i nostri avversari».

E' tempo di una nuova fase

Chiusa la prima fase di emergenza, adesso «è tempo di una nuova fase» e dal Pd arrivano le idee per «uno scatto in avanti per aiutare governo e maggioranza». La proposta di Zingaretti, che il Pd porterà a Conte, è quella di «un vero piano strategico per l'Italia, fatto di 5 obiettivi politici e misure concrete». Le priorità che il segretario indica sono «una rivoluzione verde per tornare a crescere, con dentro scelte di campo nette"; «varare un piano per passare dall'Italia della burocrazia all'Italia semplice, per i cittadini e le imprese"; un «equity act per ridurre le distanze sociali"; «portare in cinque anni la spesa per la conoscenza a livelli Ocse, con un incremento annuo di 4 miliardi"; «un piano per la salute, la cura e l'assistenza».

Certo Zingaretti è consapevole dei problemi e delle tensioni che attraversano la maggioranza, tanto che invoca agli alleati di non essere «avversari» e di evitare «sgambetti». Ma, assicura, questa è una «agenda di cose che cambiano l'Italia» per un governo che ha «una missione di cambiamento, incalzeremo per questo».

Il segretario del PD replica alle critiche interne

Ma anche sul fronte interno il segretario cerca di respingere le accuse che gli sono state mosse, pure nel corso del dibattito di questi giorni. Quindi assicura, in particolare a Lorenzo Guerini e a Base riformista, che non vuole un «ritorno al passato, non facciamo caricature tra di noi», ma dice anche che non si può «neanche rimanere in un eterno presente». E a chi critica l'impostazione 'soft' sulla modifica dei decreti sicurezza, tra gli altri Matteo Orfini, garantisce la volontà di «arrivare all'obiettivo più alto e ambizioso possibile», tenendo però presente che il Pd fa parte di un governo di «compromesso» che «tutti, il 100% del partito, abbiamo accettato».

Questa dunque la linea con cui il Pd, con l'incognita delle elezioni regionali del 26 gennaio, si presenterà alla verifica di maggioranza. Anche se, nella due giorni di Greccio, non sono mancati malumori sul rapporto con il M5s. A dare voce alle perplessità, stamani, sono stati in particolare Giorgio Gori, Orfini, Vincenzo De Luca, ma anche il vicesegretario Andrea Orlando. Per il sindaco di Bergamo, va bene cercare una alleanza ma «un conto è farli venire di qua, un conto è se noi andiamo di là». Anche il governatore della Campania invita a non «omologarci con partiti che si rinnovano sotto la guida di Toninelli». Orfini parla invece di «errore drammatico» nel tentativo di «costruire una forza di centrosinistra insieme a una forza che di sinistra non è», mentre Orlando lancia un appello agli alleati pentastellati: «O rinunciate all'antipolitica o la difficoltà di portare avanti questo Governo crescerà ancora di più. L'antipolitica al governo è un harakiri».