19 marzo 2024
Aggiornato 06:00
La grana Ilva

Sull'Ilva maggioranza senza accordo, slitta il Consiglio dei Ministri. Conte: «Il Governo non rischia»

La maggioranza è totalmente divisa sul tema. Prova ne è la bocciatura degli emendamenti presentati da Italia viva per ripristinare lo scudo penale

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte Foto: ANSA

ROMA (ASKANEWS) - Qualche giorno in più, tre o quattro, per cercare di trovare una soluzione per il caso Ilva. Il Consiglio dei ministri programmato per domani è stato rinviato, probabilmente a lunedì prossimo. Il premier Giuseppe Conte, annunciando lo slittamento da Camerino, ha tentato di minimizzare. «Alcuni ministri, per impegni istituzionali - ha detto - mi hanno chiesto un differimento. Data l'importanza del Consiglio dei ministri, soprattutto perché ho sollecitato tutti i ministri a raccogliere i progetti e portarli in Consiglio, è stato chiesto un differimento: l'ho accordato volentieri all'inizio della settimana prossima». Il 'Cantiere Taranto', per Conte, non si vara «in due giorni. E' un cantiere che adesso si apre, se differiamo il Consiglio dei ministri di qualche giorno non cambia assolutamente nulla».

Maggioranza senza accordo

La realtà è che, domani, in Consiglio dei ministri il Governo sarebbe arrivato senza un accordo interno. Anzi, con una maggioranza totalmente divisa sul tema. Prova ne è la bocciatura degli emendamenti presentati da Italia viva per ripristinare lo scudo penale. Norme che, secondo Carla Ruocco (M5s), presidente della commissione Finanze alla Camera, erano solo «emendamenti civetta per fare un'indegna speculazione politica».

MoVimento 5 Stelle in totale fibrillazione

Sullo scudo penale e sulla gestione del caso Ilva il Movimento 5 stelle è in totale fibrillazione. Per questo il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ieri ha incontrato i senatori e stasera vedrà i deputati. «L'obiettivo - spiega un deputato pentastellato - è dare a Patuanelli un mandato a portare avanti il dossier, sui paletti stabiliti dai parlamentari. In particolare, su questo tema, naturalmente, a guidare sono i tarantini, che conoscono meglio la situazione». Paletti che però, al momento, non appaiono chiaramente delineati. Anche l'ipotesi di uno «scudo a tempo», che era emersa come indiscrezione, viene smentita dal capogruppo a Palazzo Madama Gianluca Perilli. «Non credo - ha ribadito Luigi Di Maio - che si arriverà al voto sullo scudo penale per Arcelor Mittal. Non ha senso reintrodurlo perché ci hanno detto che comunque ci sarebbero 5.000 esuberi».

L'arma spuntata della «battaglia legale»

«Al momento non si può dire come andrà a finire, prima tutti i partiti devono fare chiarezza in casa propria, poi si vedrà», sottolinea una fonte parlamentare della sinistra. Conte è consapevole del problema e per questo ha accettato di dare un po' più di tempo alla maggioranza. Consapevole, però, che ogni giorno che passa rende più difficile trovare una soluzione, anche perchè ArcelorMittal sembra procedere spedita, senza ripensamenti, sull'uscita da Taranto. E la promessa di una «battaglia legale» sembra un'arma spuntata, anche solo per i tempi della giustizia.