28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Crisi di Governo

Zingaretti: «I 5 punti per trattare con il M5S. No accordicchi, governo di svolta»

Il Segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti: «Governo non nasce dalla paura delle urne. Se non ci sono condizioni si vota»

Nicola Zingaretti, Segretario del Partito Democratico
Nicola Zingaretti, Segretario del Partito Democratico Foto: ANSA

ROMA - «Governo fallito»: Nicola Zingaretti ne fa uno slogan, per marcare la distanza fra il Partito democratico e «le personalità» dell'esecutivo uscente. Il segretario del Partito democratico incassa dalla Direzione nazionale un mandato pieno a trattare, «sotto la regia del presidente Mattarella», con il Movimento 5 stelle e altre forze minori per un ipotetico nuovo governo, ma fissa paletti rigidi con la richiesta di una forte «discontinuità nelle politiche e negli assetti» che, precisa in una intervista televisiva, riguarda «le personalità e i contenuti». Una porta in faccia al presidente del Consiglio uscente, Giuseppe Conte, ma apparentemente allo stesso leader ufficiale del M5S Luigi Di Maio, senza il quale però è certamente più arduo immaginare un accordo giallo-tricolore.

Passa la linea Zingaretti

La comunicazione dem sottolinea l'acclamazione ricevuta dall'ordine del giorno che assume la relazione del segretario («sono più di sei anni» che mancava l'unanimità), ma qualcuno dice che il precedente sarebbe quello della scelta di Romano Prodi per il Quirinale, e si sa che non è finita benissimo. La linea che propone Zingaretti chiude la porta all'ipotesi accreditata come «renziana» di un governo di breve durata per fare la legge di bilancio e poi accompagnare il Paese al voto. «Questa ipotesi - spiega - non solo sarebbe rischiosa per i democratici e un danno per l'Italia ma soprattutto non esiste in natura per l'indisponibilità di qualsiasi forza politica a farsene carico».

5+1 punti per trattare con il M5S

Ai 5 stelle detta una serie di condizioni programmatiche: in sintesi una svolta su Unione europea, difesa della democrazia e della «centralità del Parlamento», sviluppo sostenibile (quindi con una attenzione all'ambiente), gestione dei flussi migratori ed equità sociale. Nell'ordine del giorno approvato alla fine della riunione della Direzione (senza dibattito) se ne aggiunge una sesta, «evitare l'inasprimento della pressione fiscale a partire dalla necessità di bloccare con la prossima legge di bilancio il previsto aumento dell'Iva».

Governo di svolta per la legislatura

Il governo che Zingaretti immagina, apparentemente senza troppa convinzione, deve partire da una ammissione del «fallimento», concetto fondamentale, dell'esperienza che lo precede. A partire dal metodo: «Il 'contratto' è stato un errore. Lo dico non per spirito polemico ma per evitare di commettere di nuovo errori». Per il leader del Pd «la possibilità di assorbire la spinta che ha alimentato il populismo passa per una netta radicalità delle politiche, per un piano di riforma che affronti in particolare il tema di quale sviluppo e della lotta alle diseguaglianze sociali. Se nei prossimi giorni tali condizioni troveranno un riscontro basato sulla necessaria discontinuità e su un'ampia base parlamentare io credo dovremo assumerci la responsabilità di dar vita a una Governo di svolta per la legislatura».

Se non ci sono condizioni si vota

«In caso contrario, se queste condizioni non si realizzassero, nessun pastrocchio o accordicchio temporeggiatore - avverte - e subito al voto. Un governo non può nascere - è l'avvertimento del leader dem - sulla paura che qualcun altro vinca le elezioni».