Prodi benedice l'unità sindacale: «Difendere insieme l'interesse del Paese»
L'ex Presidente del Consiglio intervenendo alla due giorni di Cgil, Cisl e Uil su cultura del lavoro ed Europa: «Abbiamo sempre più bisogno di Europa, ma di una diversa Europa»

MATERA - Per Romani Prodi «l'unità sindacale serve tanto. Non voglio entrare nella vostra discussione, ma il Paese ha bisogno di avere un punto di riferimento. Ci sono momenti in cui l'interesse del Paese si difende insieme». Intervenendo alla due giorni di Cgil, Cisl e Uil su cultura del lavoro ed Europa, l'ex premier e presidente della commissione Ue ha aggiunto di essere «ben cosciente delle difficoltà». Ha inoltre ricordato le riunioni nella sala verde a Palazzo Chigi: «C'era la necessità interna di pluralità. Non per un fatto patologico, ma per dinamiche concorrenziali. Quello che veniva detto a mezzanotte cambiava alle 5».
Governo litiga con tutti
L'Italia «non è mai stata leader» in Europa, «ma siamo stati sempre il collante». Adesso «abbiamo un Governo che litiga con tutti e che pensa che Cina e Stati Uniti non esistano. Pone dei ponti senza vedere se di là ci sia una sponda. Abbiamo perso questo ruolo importantissimo, anche se non trainante del tutto. E il problema è gravissimo». E' questa l'analisi di Romano Prodi, che dal palco della due giorni di Cgil, Cisl e Uil su cultura del lavoro ed Europa ha ricordato di «non essere mai stato nazionalista».
Secondo Prodi «abbiamo sempre più bisogno di Europa, ma di una diversa Europa». L'ex premier e presidente della commissione Ue ha poi detto che l'Europa «non può andare avanti senza un accordo franco-tedesco. Questo deve essere chiarissimo».
Sul Sud tanto da fare
Sul divario Nord-Sud «c'è da fare tantissimo perché è aumentato. Mi ha fatto molto piacere come sia diventata un punto di attrazione», ha aggiunto riferendosi alla capitale della cultura 2019. Sull'attualità politica, in particolare l'inchiesta in cui è coinvolto il sottosegretario Siri, Prodi invece ha glissato: «Non so nulla, mi tengo ben lontano da questa vicenda».
Lotta all'evasione scomparsa
«Non sento più parlare di lotta all'evasione. Ma non c'è campagna elettorale in cui non ci si affretti a promettere un taglio delle imposte. Ai miei tempi lo slogan era più tasse, ma più scuole. Adesso solo meno tasse».
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