28 agosto 2025
Aggiornato 09:00
MotoGP | Gran Premio della Malesia

Dovizioso, il sogno mondiale è ancora vivo: «Però che rabbia»

Andrea conquista a Sepang la sesta vittoria dell'anno, tante quante il rivale Marquez. Ma in classifica ha ancora 21 punti di ritardo: «Nella finale di Valencia dovrà accadere qualcosa»

Andrea Dovizioso sul gradino più alto del podio del GP della Malesia
Andrea Dovizioso sul gradino più alto del podio del GP della Malesia Foto: Michelin

SEPANG – Andrea Dovizioso mette la sesta, come Marc Marquez. Nel Gran Premio di Malesia, dove trionfò già dodici mesi fa aprendo quel ciclo vincente che dura ancora oggi, il forlivese della Ducati centra il suo ennesimo capolavoro stagionale, in una gara caratterizzata dalle insidie della pioggia e dalla velocità irresistibile della Desmosedici. «È stato più difficile del previsto – racconta Desmodovi – perché le condizioni erano diverse dalle prove, l'aderenza molto più bassa. All'inizio ci ho messo un po' a ritrovare la guida pulita, perché non avevo lo stesso feeling, e a un certo punto ho avuto anche paura di cadere. Ma avevo un buon passo e nessuno mi pressava da dietro, così ho avuto il tempo di studiare la situazione e di recuperare anche su Zarco, che nei primi giri è stato molto veloce, perché la moto sul bagnato andava fortissimo. Io e Jorge abbiamo fatto la differenza: è stato uno strapotere Ducati». E guai a malignare su presunti giochi di squadra: «Alla fine credo che neanche Jorge abbia voluto fare pazzie. Di messaggi partiti o ricevuti non so nulla. Ma io non chiedo giochi politici di questo genere, non è da me: sembra strano in questo mondo fatto di soldi e sponsor, ma forse non è ancora chiaro che tipo di persona io sia. Non abbiamo parlato di queste cose a tavolino, né pianificato nulla, io ho solo pensato a centrare i 25 punti: alla fine non ci siamo presi grossi rischi quando forse avevamo entrambi carte da giocare».

Tanto di cappello
Il successo di Dovizioso, accompagnato dal quarto posto di Marquez, tiene così aperti i giochi per il campionato fino al gran finale di Valencia: «Io, come del resto tutti gli altri, con mi aspettavo di essere così competitivo questo weekend, così come è capitato tante volte quest'anno – conferma il ducatista – Perciò dobbiamo continuare a pensare positivo». Il conteggio delle vittorie tra i due contendenti al titolo mondiale, insomma, torna in parità. Ma, se si guarda alla classifica, il passivo resta ancora di 21 lunghezze a danno dell'italiano. E un po' di rammarico per i tanti punti persi per strada durante la stagione è inevitabile: «Dopo questa vittoria non sono contento come per le altre. Siamo forti, ma guardando al campionato siamo un po' troppo distanti. Sono arrabbiato per Phillip Island: sicuramente, senza l'errore al secondo giro, avrei potuto guadagnare più punti, ma la Ducati non c'era, nessuno dei nostri era veloce. Questa è la realtà e non possiamo cambiarla. Le corse vanno così, ciascuno deve prendersi il suo risultato. È facile recriminare su alcune gare, in cui avrei potuto portare a casa qualcosa di più: ad Assen, per esempio, sono arrivato quinto, ma con la velocità che avevo sarei potuto salire sul podio. Ma parlarne adesso non cambia comunque la situazione in campionato. Mi sento forte, eppure non ho tante carte da giocarmi nella prossima gara. La verità è che Marc ha disputato una stagione incredibile, come del resto già aveva fatto in passato. Anche in un weekend difficile come questo è arrivato quarto, quando è in una situazione difficile riesce comunque a centrare una buona posizione. Se non siamo riusciti a ottenere risultati migliori è perché non siamo stati abbastanza bravi, perciò se Marquez vincerà il titolo significa che lui è stato il migliore».

Arrendersi mai
La rabbia nella mente di Andrea, però, dura poco. Subito dopo si fa strada la consapevolezza che, comunque vada, in questo 2017 ha compiuto un'impresa che alla vigilia sarebbe stata considerata impossibile da chiunque: giocarsi il titolo fino all'ultimo con il pilota più in forma del momento. «Dobbiamo essere orgogliosi delle nostre sei vittorie e di essere riusciti a lottare fino all'ultima gara: abbiamo fatto un ottimo campionato – prosegue il pilota italiano – Ci sono stati alti e bassi per tutti e hanno avuto i loro motivi. Gestire ogni weekend, la temperatura, la pista, le gomme, è molto difficile. Abbiamo migliorato un po' la moto dall'anno scorso, ma soprattutto abbiamo lavorato bene in quasi tutti i Gran Premi: per questo siamo stati in grado di lottare. Possiamo essere soddisfatti anche del secondo posto in campionato. Ma siamo qui per cercare di vincerlo, anche se sappiamo che sarà molto difficile». Ormai manca solo una gara. A casa sua, e con un vantaggio che resta tranquillizzante, Marc Marquez potrà dunque essere artefice del proprio destino. Ma Dovizioso rimane in agguato: «Partendo da 21 punti di ritardo, dovrà accadere qualcosa. Lui si giocherà il Mondiale in casa, e avrà addosso molta pressione: è tutto nelle sue mani. Da parte mia, io cercherò di andare forte, poi potremo pensare alla strategia. Ma l'unica cosa che possiamo fare è affrontare il weekend come abbiamo fatto in questo: cercare di essere veloci, competitivi, vincenti. Sappiamo che Valencia non è la pista ideale per noi e che lì Marc va molto forte, ma siamo rilassati. E quest'anno tutto può succedere». Fino alla fine.