27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
MotoGP | Gran Premio del Giappone

Allarme pioggia per Valentino Rossi e Vinales: «Siamo nei guai»

I due piloti della Yamaha sono in crisi: «Le abbiamo provate tutte, ma sul bagnato andiamo ancora in difficoltà. Anzi, abbiamo fatto dei passi indietro». La moto dell'anno passato, affidata a Johann Zarco, infatti è quinta, mentre i due ufficiali non vanno oltre l'undicesima e la dodicesima posizione

Valentino Rossi in sella alla Yamaha sulla pista bagnata di Motegi
Valentino Rossi in sella alla Yamaha sulla pista bagnata di Motegi Foto: Yamaha

MOTEGI – Alla gamba destra fratturata, ormai, non ci pensa neanche più. Nella prima giornata di prove libere del Gran Premio del Giappone, sotto il diluvio di Motegi, il problema di Valentino Rossi è un altro, e neanche nuovo: le prestazioni della sua Yamaha sul bagnato. Al venerdì sera, il Dottore si ritrova dodicesimo in classifica, di poco dietro al suo compagno di squadra Maverick Vinales, ma soprattutto a ben 1.5 secondi dal miglior tempo di Andrea Dovizioso. «Sinceramente abbiamo provato molte soluzioni sulla moto ma siamo nei guai, e non capiamo il perché – spiega sconsolato il fenomeno di Tavullia – L'anno scorso ero molto competitivo sul bagnato, avevo un ottimo feeling con la vecchia moto, ma in questa stagione facciamo fatica: è strano. Abbiamo cercato di modificarla ma alla fine restiamo piuttosto distanti dai primi e la moto è difficile da guidare. In generale il problema è un po' lo stesso che abbiamo sull'asciutto: ci manca aderenza al posteriore».

Le novità non bastano
La casa di Iwata, insomma, sembra avere fatto addirittura dei passi indietro sotto l'acqua: «Ho anche riprovato il telaio 2016 a inizio stagione – confessa – ma è molto difficile adattarlo al nuovo motore e al nuovo sellino: non è come l'anno scorso». E nemmeno l'ultima versione dello chassis introdotta a Silverstone, una sorta di prototipo 2018 che cerca di combinare l'aderenza della passata stagione con una maggiore dolcezza nel consumo delle gomme, è servita a metterci una pezza: «Quando abbiamo corso con questo nuovo telaio sull'asciutto, come a Silverstone e ad Aragon, non è andata così male – prosegue il nove volte iridato – Abbiamo avuto qualche problema ma siamo stati abbastanza competitivi. Ma sul bagnato, non c'è verso, è molto difficile. Guardando i dati della vecchia moto c'è una grande frustrazione: già in ingresso curva sono molto lento, non sento il posteriore, e in accelerazione ho molto pattinamento. In questo weekend non possiamo fare più di così, ma dobbiamo cercare di capire, specialmente in vista del prossimo anno. Siamo abbastanza preoccupati».

La moto vecchia va meglio
La dimostrazione plastica di questa crisi la dà il confronto con le vecchie M1, affidate al team satellite Tech 3. Johann Zarco, con la moto del 2016, si è piazzato quinto, ma perfino il collaudatore Kohta Nozane, debuttante assoluto e gettato nella mischia solo stamattina per sostituire l'ammalato Jonas Folger, è giunto tredicesimo, vicinissimo ai due piloti ufficiali: «Zarco è bravo sul bagnato ed ha girato un secondo più veloce di me e Vinales – analizza Vale – Ma per me è interessante vedere i due collaudatori giapponesi: Nakasuga con la nostra moto e Nozane con la vecchia. Di solito Nakasuga va più forte di Nozane e ha più esperienza, ma oggi è stato più lento di due secondi. Perciò la differenza è notevole. In entrata, in uscita, non abbiamo aderenza, facciamo fatica con questa moto. Ci abbiamo provato, ma non siamo riusciti a risolvere il problema».

Vinales si gioca il titolo
Che la situazione sia critica lo conferma anche un insolitamente laconico Vinales, che proprio per colpa delle difficoltà con l'asfalto umido rischia seriamente di dire addio al Mondiale: «È vero: sul bagnato non siamo migliorati – ribadisce Top Gun – Anzi, siamo peggiorati nel corso dell'anno, visto che ad Assen non andavamo così male sotto la pioggia. Il problema è al posteriore, non abbiamo trazione quando apriamo il gas. I miei risultati sono molto simili a quelli di Valentino, perciò il problema è lo stesso». Per non andare incontro a una pesante debacle proprio nel Gran Premio di casa, insomma, alla Yamaha non resta che affidarsi alla tradizionale danza del sole. Non sarà molto tecnologica, ma almeno quella potrebbe funzionare.