27 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Formula 1 | Mercato piloti

I (veri) motivi per cui la Ferrari ha riconfermato Raikkonen

Avrebbe potuto puntare su un giovane rampante come Giovinazzi o Leclerc, invece la Rossa ha ridato fiducia all'ex campione ormai 37enne. Mancanza di coraggio? No, stavolta ad imporsi è stato Vettel, che non ha voluto stravolgere i delicati equilibri finalmente trovati all'interno della squadra. Come Schumacher...

Kimi Raikkonen
Kimi Raikkonen Foto: Ferrari

MARANELLO - Il suo rinnovo con la Ferrari era nell'aria ormai da tempo e, dunque, l'annuncio ufficiale di oggi non ha sorpreso nessuno. Ma fatto discutere, quello sicuramente sì. Nemmeno i più irriducibili tifosi di Kimi Raikkonen, infatti, possono sostenere senza sollevare qualche sopracciglio che si sia meritato la riconferma grazie ai suoi risultati. Certo, nella prima metà della stagione Iceman ha raccolto pole position, podi importanti e altri se li è visti sfuggire per sfortuna (l'esplosione della gomma in Inghilterra) o per ordini di scuderia (vedi Montecarlo, dove ha lasciato via libera al suo caposquadra rinunciando ad una potenziale vittoria). Ma in altri weekend è sembrato invece svogliato, demotivato, l'ombra di se stesso: al punto da meritarsi addirittura le critiche esplicite a microfoni accesi di un presidente Sergio Marchionne in vena di sbattere pugni sul tavolo. L'ex campione del mondo finlandese, insomma, non ha perso il suo talento, ma una buona parte della sua ambizione, questo sì: motivo per cui ha accettato di buon grado di restare in una Scuderia in cui è condannato a ricoprire il ruolo di numero due a vita.

Scelta di gruppo
Il dubbio di tifosi e addetti ai lavori, dunque, non riguarda le sue ragioni, ma quelle di Maranello: perché decidere di ridare fiducia ad un pilota ormai sul viale del tramonto, a 37 anni suonati, quando nel vivaio ci sono almeno due sicuri talenti giovanissimi come il nostro Antonio Giovinazzi, oggi terza guida, o il monegasco Charles Leclerc, che sta dominando la Formula 2 e si è meritato l'investitura dello stesso Kimi dopo gli ultimi test sulla SF70H? La mancanza di coraggio dei vertici della squadra, stavolta, non c'entra. Ad aver spinto per riconfermare in blocco l'attuale coppia di portacolori ferraristi, infatti, è stato proprio Sebastian Vettel, il quale ha preteso che nel suo nuovo contratto (la cui firma, a questo punto, appare poco più che una formalità, anche se resta il dubbio sulla durata, per uno o tre anni) venisse inserita la clausola secondo cui il suo compagno sarebbe rimasto Raikkonen. Un po' per il bel rapporto d'amicizia che lega i due, un po' per non destabilizzare un team che sembra finalmente aver trovato un suo assetto stabile.

Evitare guai
Vi immaginate cosa sarebbe successo se alla Rossa si fosse affacciato un esordiente rampante che, magari, dopo qualche gara avrebbe iniziato a mettere in difficoltà lo stesso Seb? Più o meno quello che sta accadendo oggi in Mercedes dove, appunto, la fame del nuovo arrivato Valtteri Bottas e i malumori del leader designato Lewis Hamilton stanno costringendo il muretto ad assurde arrampicate sugli specchi come il doppio scambio di posizioni visto a Budapest (che potrebbe anche costare il titolo mondiale, in prospettiva). Molto meglio un vicino di box magari non altrettanto esplosivo, ma conosciuto e affidabile come il vecchio Uomo di ghiaccio. Del resto, quella di affiancare un capitano ad un gregario è una scelta che da molti anni caratterizza le strategie sportive del Cavallino rampante. Come accadde ai tempi dell'illustre connazionale e mito d'infanzia di Vettel, Michael Schumacher. Che, scortato fedelmente da Rubens Barrichello prima e da Felipe Massa poi, tanti Mondiali riuscì a portare in dote alla squadra.