26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Lega Nord

Salvini a Ponte di Legno: «Fra un anno ci torno da premier»

La road map per il governo dell'altro Matteo: «Alle elezioni io voglio vincere e iniziare da subito a cambiare l'Italia: la voglio ripulire, ne voglio blindare i confini, le voglio tassare le tasse»

ROMA - Matteo Salvini show nel tradizionale appuntamento annuale serale di Ferragosto della Lega al palazzetto dello sport di Ponte di Legno che ospita la festa del Carroccio, stracolmo di camice e bandiere verdi pronte ogni due per tre ad acclamare l'altro «Matteo premier». Ovvero il tema unico dell'evento, con tanto di scritta a caratteri cubitali alle spalle del leader del Carroccio intervistato sul palco. E che il forfait last minute di Paolo Del Debbio facilita ancora di più trasformarsi da annunciata intervista pubblica in «one man show», a conclusione di una lunga giornata di vacanza pubblica ferragostana trascorsa da Salvini per prati colli e saghe a Ponte di Legno in compagnia fissa di Isabella Isoardi a beneficio di selfie, flash e telecamere.

Road map, paletti e programma per il ritorno al governo di centrodestra che Salvini ha dato per certo e «promesso» dopo le elezioni politiche del prossimo anno e che vuole essere almeno nelle sue intenzioni il primo a guida leghista, sono stati riassunti da lui stesso nei primi cinque minuti del lungo show che ha poi ripassato in rassegna e riproposto ogni slogan e de ja vù del repertorio salviniano: dai migranti alla sinistra e al centrodestra, passando per le ironie sulle accuse di sovranismo trumpiano e fascioleghismo lepenista. «Non ho mai visto, almeno a mia memoria - è stato l'esordio della quarta volta di Salvini sul palco della festa della Lega a Ponte di Legno da segretario - il palazzetto così pieno. Fatevi un applauso da soli. Per parte mia invece mi prendo con ciascuno di voi un impegno preciso: questo di ferragosto 2017 è l'ultimo intervento che io faccio a Ponte di Legno con la Lega all'opposizione. La prossima volta lo farò avendo portato prima la Lega al governo. Avremo anche già iniziato a rupilirlo e rilanciare il nostro bel Paese».

«Io - ha affermato Salvini- il nome di Alfano non lo voglio neanche sentire nè pronunciare: se lo faccio inizia a piovere dopo tre giorni di sole. Alfano porta sfiga. Alle elezioni io voglio vincere e iniziare da subito a cambiare l'Italia: la voglio ripulire, ne voglio blindare i confini, le voglio tassare le tasse. Altre ideuzze su cose fare ne ho parecchie. Ma voglio realizzarle includendo tutti, senza lasciare fuori nessuno. Aperto al confronto e alla discussione. Una cosa sola va messa in chiaro da subito: non voglio raccattare poltranari di professioone che cambiano 18 partiti ogni quarto d'ora pur di manentere i loro lauti stipendi pubblici». Il forte del boato da stadio che accompagna le sue parole, rende facile a Salvini sottoporre al voto popolare dei lumbard accorsi a Ponte di Legno il bando-veto a nuove alleanze con ex Pdl. «Alzi la mano Chi ritiene che non ci dobbiamo più alleare con Alfano, Verdini, Casini, Cicchitto, Fini e i tanti altri andati di là e che ora sentono aria di vittoria di qua e vorrebbero tornare alzi la mano...». Il risultato è scontato e la selva di polsini e bandiere verdi al vento non si contano. «Bene - prende atto e ratifica il leader-candidato premier - c'è l'unanimità, hanno deciso loro: questo è deciso...».