Renzi a Porta a Porta a proposito di terremoto, Ue e Gorino...
Ieri sera il premier ha dilaogato con Vespa della lettera dell'Unione europea sul bilancio italiano 2017, delle barricate nel ferrarese, del prossimo referendum costituzionale e della proposta del Movimento 5 stelle di tagliare gli stipendi ai parlamentari
ROMA – Ieri sera il premier Matteo Renzi, ospite di Porta a Porta con il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, e il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha parlato di economia, la lettera dell'Unione europea sul bilancio italiano 2017, delle barricate di Gorino, del prossimo referendum costituzionale e della proposta del Movimento 5 stelle (M5s) di tagliare gli stipendi ai parlamentari.
Se a noi mandano la letterina, a quelli che non accolgono i migranti mandano un libro...
La puntata si è aperta con Vespa che ha domandato lumi sulla missiva della Commssione Ue riguardo sulla legge di stabilità italiana; Renzi ha replicato «ad ora non è arrivata. Ma se a noi mandano la letterina, a quelli che non accolgono i migranti mandano un libro...». Poi il premier ha ricordato le «tante» violazioni alle regole comunitarie fatte da altri Paesi: «La Francia da 9 anni è sopra il 3%, la Spagna ha un deficit che è il doppio del nostro, sul 5%. Il nostro debito è cresciuto dello 0,1% dal 2015, tutti gli altri molto di più a parte la Germania». Detto ciò, secondo il presidente del Consiglio Roma ha rispettato tutte le disposizioni di Bruxelles: «Abbiamo dato il deficit al 2% e uno 0,3% che è dato dalle clausole eccezionali per terremoto e immigrati. E questa cosa io sono pronto a difenderla in capo al mondo: sulla sicurezza dei figli non si può scherzare, i soldi dell'edilizia scolastica sono fuori dal patto di stabilità. E anche sull'immigrazione». Quindi Renzi è passato all'attacco, confermando il veto italiano al bilancio Ue se i Paesi dell'Est non accoglieranno i migranti: «Vorrei che tutti insieme, maggioranza e opposizione, senza dividerci, dicessimo a questi Paesi che il meccanismo è finito. Vorrei che tutti dicessero che la posizione del governo è la posizione dell'Italia».
Gorino non è Italia
Poi la discussione si è spostata a temi interni, con il premier che ha condannato quanto accaduto a Gorino, dove i residenti hanno impedito l'arrivo di un gruppo di 20 profughi erigendo delle barricate: «Voglio essere chiaro: l'Italia che conosco io, quando ci sono 12 donne e 8 bambini si fa in quattro per risolvere il problema». Renzi comunque ha ammesso che «è una vicenda difficile da giudicare» perché «c'è un atteggiamento di comprensione ma non di condivisione per una situazione difficile, verso una parte della popolazione che è molto stanca, ed è preoccupata per le notizie di nuovi arrivi». D'altro canto, ha proseguito, «stiamo parlando di donne e bambini. Probabilmente andava gestita meglio da parte dello Stato».
Il giochetto dei grillini sugli stipendi
Infine la questione referendaria e dei costi della politica. «Se i parlamentari si dimezzano lo stipendio prendono come il presidente del Consiglio, si arriva tranquillamente a fine mese. Siamo disponibili ma che non sia un giochetto», ha attaccato Renzi, che ha aggiunto: «dicono di prendere 2-3mila euro, ma con i rimborsi arrivano a 12mila euro». Poi il premier ha rilanciato la sua proposta di legare la retribuzione dei politici alla loro presenza in Aula «perché se uno è presente e vota, è un film, se non è presente è un altro film...». Quanto al confronto con i tagli sui costi che deriverebbero dall'ok alla riforma costituzionale, «il punto della riforma non è la riduzione dei costi, che pure conta, ma è che si rendono le istituzioni più efficienti. Ma Grillo è in difficoltà per questa cosa, e si è inventata questa mossa». Ma «se vince il No, quelli che fanno la fila per comprare La Casta non mi vengano a cercare. Io la mia parte l'ho fatta, e voterò Sì».
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