29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Trattativa Stato-mafia

Berlusconi indagato per le stragi di mafia del 1993, è «giustizia a orologeria»?

Ecco come gli esponenti azzurri di Forza Italia condannano all'unanimità la riapertura dell'indagine contro Silvio Berlusconi

ROMA – Silvio Berlusconi è di nuovo indagato come possibile mandante per le stragi di mafia del 1993. Le parole del boss Giuseppe Graviano intercettate in carcere nell'ora d'aria mentre parla con il camorrista Umberto Adinolfi riaprono il fascicolo che era stato chiuso dalla Procura di Firenze nel 2011. Il legale del leader di Forza Italia ha subito definito le presunte intercettazioni delle «illazioni» e ha parlato di «notizie infamanti prima del voto». Ma quello che si solleva dalle fila di Forza Italia è un coro unanime perché la maggior parte degli esponenti azzurri ritiene che non a caso qualcuno abbia voluto colpire Silvio Berlusconi a pochi mesi dalle elezioni politiche nazionali e a meno di una settimana dal voto siciliano.

Polverini: La magistratura perseguita il nostro leader
«Si sta indagando, a poche ore dall'apertura dei seggi su un colloquio tra un mafioso ed un camorrista, cioè non esattamente due personaggi perbene e credibili, avvenuto oltre un anno e mezzo fa in carcere – scrive in una nota la deputata di Fi Renata Polverini - . Siamo stufi di parlare di giustizia ad orologeria e di persecuzione, ma queste sono le parole che suggerisce il vocabolario italiano quando si esaminano le iniziative della nostra magistratura contro il leader di Forza Italia. Al quale va tutta la mia solidarietà e vicinanza».

Mandelli: Più attaccano Berlusconi più diventa forte
«Da vent'anni a questa parte, una regola della politica vige immutata: più attaccano il Presidente Berlusconi, più lui è in grado di reagire e di confermare un legame ancora più forte con il suo elettorato» dichiara invece il senatore di Forza Italia Andrea Mandelli. «Per questo – prosegue il senatore - siamo sicuri che anche stavolta il leader di Forza Italia saprà reagire affermando il suo imprescindibile ruolo di leader e di aggregatore del centrodestra, mettendo a tacere, per l'ennesima volta, chi fa il tifo per i veleni», conclude Mandelli.

Schifani: E' giustizia a orologeria
Alla vigilia dell'arrivo del presidente Berlusconi a Palermo per la chiusura della campagna elettorale per le regionali, «parlare di giustizia a orologeria appare quantomeno ovvio» per l'ex presidente del Senato Renato Schifani. «L'ennesima fuga di notizie su una nuova surreale indagine contro il leader di Forza Italia si inserisce perfettamente nella strategia dei veleni tesa a far perdere consensi al candidato del centrodestra Nello Musumeci ed a Forza Italia», prosegue Schifani che però conclude: «E' un tentativo maldestro che finirà male per chi lo ha ordito».

De Girolamo: L'ennesima indagine per screditarlo
Sembra esservi «una sorta di corrispondenza biunivoca tra scadenza elettorale e macchina del fango giudiziaria» afferma a sua volta la deputata di Forza Italia Nunzia De Girolamo. «È da un ventennio, o forse più, che assistiamo a questa scadenza fissa. Ricordo l'avviso di garanzia del 1994 appreso direttamente dagli organi di stampa, come se questi ultimi fossero diventati l'ufficio stampa ufficiale delle Procure – continua l'esponente azzurra - Siamo nel 2017 e purtroppo, la situazione non sembra essere mutata. Puntale, come un orologio svizzero, arriva l'ennesima indagine per tentare di screditare il nostro leader». Poi la De Girolamo conclude: «Come le altre, sono certa, anche queste accuse si dimostreranno prive di fondamento».