29 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Grandi manovre nel Pd

Renzi dice addio al voto anticipato e apre a Pisapia

Il segretario del Partito democratico getta la spugna sulla legge elettorale e tende la mano a Giuliano Pisapia per cercare di ricompattare la sinistra in vista delle imminenti elezioni politiche

Matteo Renzi dice addio al voto anticipato e cerca di ricucire con Giuliano Pisapia.
Matteo Renzi dice addio al voto anticipato e cerca di ricucire con Giuliano Pisapia. Foto: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO ANSA

ROMA - Matte Renzi getta la spugna e dice addio al voto anticipato. Lo strappo è stato violento e non ci sono più margini di manovra sulla legge elettorale. «Era doveroso provarci ma adesso la partita è chiusa. Abbiamo un orizzonte di quasi un anno prima del voto. Lavoriamo per l'Italia. Prepariamoci con l'approccio del maratoneta, non del centometrista», ha detto il segretario del Partito democratico in una intervista al Corriere della Sera. Si voterà «nel 2018, alla scadenza della legislatura, come ho sempre detto», ha ribadito ancora Renzi spiegando che «questo governo è il nostro governo. Noi lo difendiamo. Non ero io a chiedere a tutti i costi di votare».L'ex premier, più desideroso che mai di tornare a Palazzo Chigi, cerca di ridurre il danno optando per un cambio di direzione verso Giuliano Pisapia, allo scopo di ricompattare il voto di sinistra.

Renzi rinuncia al voto anticipato
Renzi ha ricordato durante l'intervista al Corriere che «almeno due dei contraenti del patto (sulla legge elettorale - ndr), Grillo e Salvini, volevano le elezioni. E in effetti, approvata la legge, il tema si sarebbe posto. Ma ora che la telenovela si è chiusa - ha rilevato l'ex premier - la scommessa è fare una buona legge di bilancio per consolidare la ripresa. Abbiamo poco meno di un anno di tempo: dobbiamo impiegarlo senza perdere neanche un minuto, per stare fuori dal chiacchiericcio della politica politicante e dentro ai problemi reali».

Il riavvicinamento con Pisapia
Intanto le politiche amministrative sono ormai alle porte e il segretario del Pd ha scelto di puntare il tutto per tutto su Giuliano Pisapia. «Alla Camera il premio al 40% consente di tentare l'operazione maggioritaria, anche se non è facile. Con le forze alla sinistra del Pd siamo alleati in molti Comuni dove ora si vota. Pisapia ha fatto per cinque anni il sindaco di Milano con il contributo fondamentale del Pd. Noi ci siamo; vediamo che farà lui». Anche se c'è D'Alema? Viene domandato all'ex premier.

Non c'è spazio per D'Alema
«D'Alema è uscito dal Pd contro di me - è stata la sua risposta - non credo adesso voglia fare coalizione. Comunque non dipende dalle persone ma dai contenuti: tagli all'Irpef, periferie, lotta alla povertà, Jobs Act». Renzi sostiene di non avere «niente contro i fuoriusciti», ma ha aggiunto che «alcuni faranno fatica anche a tornare alle feste dell'Unità; perché la nostra gente ha vissuto come una ferita il fatto che se ne siano andati non sulla base di un'idea, come nella tradizione anche nobile della sinistra, ma sulla base di un atavico odio ad personam». E prima di chiudere l'intervista il segretario del Pd ha rilanciato proprio con un affondo: «Da ultimo mi sono sentito fare la morale perché non sostengo Gentiloni da gente che nel 2013 non l'avrebbe neanche candidato, e ora non gli vota la fiducia».