28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
L'ex capomafia di Brancaccio intercettato in carcere

Il boss Graviano: «Le stragi del 1993 non sono state fatte dalla mafia»

Il capomafia del quartiere Brancaccio, condannato a diversi ergastoli, intercettato durante l'ora d’aria: «Venticinque anni mi sono seduto con te (Berlusconi), ti ho portato benessere, poi mi arrestano e mi pugnali? Avevamo il Paese in mano...». Ghedini: «Infamie sul Cavaliere ogni volta che scende in campo».

Giuseppe Graviano in un’immagine di archivio
Giuseppe Graviano in un’immagine di archivio Foto: ANSA

PALERMO - «Berlusca mi ha chiesto questa cortesia... per questo c'è stata l'urgenza. Lui voleva scendere... però in quel periodo c'erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa». Così il boss di Brancaccio, Giuseppe Graviano, si sarebbe rivolto ad un altro detenuto nel corso di una conversazione avvenuta durante l'ora d'aria che i due condividevano nel carcere di Ascoli Piceno.
L'intercettazione è stata depositata agli atti del processo sulla cosiddetta «trattativa» Stato-mafia. I contenuti di quei colloqui, 32 in tutto, sono stati contestati a Graviano nel corso di un interrogatorio avvenuto lo scorso 28 marzo. Per il «ras» del mandamento di Brancaccio, Berlusconi si sarebbe rivolto direttamente a lui nel '92, ovvero 2 anni prima della «discesa in campo» del '94. Un'entrata in politica, quella dell'ex cavaliere, che però necessitava di qualcosa che scuotesse il Paese. «Lui voleva scendere - dice Graviano nell'intercettazione - però in quel periodo c'erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa».

Graviano, Berlusconi e la mafia: «Chiese una cortesia, poi tradì»
Ma le parole di Graviano vanno ancora più indietro nel tempo. Agli anni '70. Quando Berlusconi avrebbe «iniziato con i piedi giusti», salvo poi fare dietrofront voltando le spalle a Cosa nostra: «Quando lui si è ritrovato un partito così nel '94 si è ubriacato e ha detto 'Non posso dividere quello che ho con chi mi ha aiutato'. Pigliò le distanze e ha fatto il traditore». Non c'è però soltanto Berlusconi nei discorsi di Graviano. Il boss infatti parla anche delle stragi del '93 e la revoca del carcere duro per 450 mafiosi. «Nel '93 ci sono state altre stragi - dice - ma no che era la mafia, loro dicono che era la mafia. Allora il governo ha deciso di allentare il 41bis, poi è la situazione che hanno levato pure i 450».

Ghedini: «Infamie sul Cavaliere ogni volta che scende in campo»
A replicare alle parole di Graviano ci ha pensato il legale di Silvio Berlusconi, il senatore forzista Niccolò Ghedini: «Dalle intercettazioni ambientali di Giuseppe Graviano depositate dalla Procura di Palermo, composte da migliaia di pagine, corrispondenti a centinaia di ore di captazioni, vengono enucleate poche parole decontestualizzate che si riferirebbero asseritamente al Presidente Berlusconi - ha detto -. Tale interpretazione è all'evidenza destituita di ogni fondamento non avendo mai avuto alcun contatto il Presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano. Ogni illazione in proposito troverà adeguata risposta nelle sedi competenti. Che, del resto, il presidente Berlusconi sia totalmente estraneo a fatti consimili è stato già ampiamente dimostrato in più sedi giudiziarie. È comunque doveroso osservare come ogni qual volta il presidente Berlusconi sia particolarmente impegnato in momenti delicati della vita politica italiana e ancor più quando si sia nella imminenza di scadenze elettorali, si vota domenica in oltre 1000 comuni, appaiano nei suoi confronti notizie infamanti che a distanza di tempo si rivelano puntualmente infondate ed inesistenti ma nel frattempo raggiungono lo scopo voluto».