19 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Il patto non regge

Legge elettorale (quasi) morta, Salvini: «Oggi hanno rialzato la testa i poltronari»

La legge elettorale non ha retto alla prova del Parlamento ed ora è tutto un rimpallare di accuse da un seggio all'altro della Camera, ma l'unico a essere davvero arrabbiato è il leader della Lega Nord

Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, si è infuriato dopo gli eventi che hanno (quasi) decapitato la legge elettorale.
Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, si è infuriato dopo gli eventi che hanno (quasi) decapitato la legge elettorale. Foto: ANSA/GIORGIO ONORATI ANSA

ROMA – La legge elettorale è (quasi) morta. Un emendamento di Forza Italia votato stamane alla Camera è passato contro il parere della Commissione grazie al ritorno dei falchi tiratori smascherati da un disguido che per un attimo ha reso palese il voto che doveva restare segreto. Ieri sembrava fatta, con i quattro partiti più importanti del paese pronti a votare tutti insieme la legge elettorale senza batter ciglio, e invece oggi tutto e rimesso in discussione con un vorticoso rimpallare di accuse da un seggio all'altro del Parlamento.

Il Pd accusa il M5S
Il Partito democratico accusa il Movimento 5 stelle: «Abbiamo chiarissima l'operazione del M5s che ha voluto far fallire la legge elettorale. Ne prendiamo atto, bastava che lo dicessero subito che non sono capaci di mantenere la parola data», dichiara il presidente dei deputati Pd Ettore Rosato. I grillini, però, non ci stanno e chiariscono per bocca di Danilo Toninelli che «Pd e maggioranza non devono neanche pensare lontanamente di addebitarci la responsabilità. Hanno oltre 300 deputati. Se c'è qualcuno responsabile sono loro». E in effetti l'emendamento in questione è passato sul filo del rasoio, con 270 sì, 256 no e un astenuto.

M5S e Forza Italia dalla stessa parte
Toninelli prosegue sottolineando anche che «l'emendamento passato era un emendamento di giustizia per non consentire che il Trentino Alto Adige diventasse un feudo del Pd. È stato giusto farlo passare». Tesi peraltro rilanciata dalla prima firmataria dell'emendamento, la deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore: «Come ha detto Toninelli quella sul Trentino era un'ingiustizia e le ingiustizie vanno combattute. Ora non posso pensare che l'accordo salti per un emendamento localistico, se così fosse è il Pd che vuole fare il gioco del cerino o vuole affossare la legge elettorale». A essere veramente arrabbiato, invece, è il segretario del Carroccio Matteo Salvini, che ha chiesto perfino l'intervento del Capo dello Stato.

Salvini: Oggi hanno vinto i poltronari
«Basta, il governo si dimetta. Se il presidente Mattarella si sveglia dal pisolino sciolga le Camere che non riescono più a farne una e si vada al voto», ha scritto sul suo profilo Facebook il leader della Lega Nord. «Chi ha l'arma del voto domenica la usi, ho chiesto formalmente le dimissioni di Gentiloni e le nuove elezioni con qualunque legge elettorale – ha proseguito Salvini -. Ci hanno rubato un mese di tempo sul modello tedesco, un mese di rottura di palle e di chiacchiere al vento e poi alcuni del Pd e alcuni dei Cinquestelle hanno cambiato idea. Ora basta». Secondo il segretario leghista oggi ha vinto il PdP, «il partito delle poltrone», perché grazie a quanto accaduto in Parlamento «hanno rialzato la testa i poltronari, quelli che vogliono solo scranni e poltrone. A questo punto chiedo a Gentiloni le sue dimissioni immediate e lo scioglimento del Parlamento ormai immobile e impegnato solo a salvare poltrone e stipendi».