18 agosto 2025
Aggiornato 02:30
Renzi sta determinando la terza crisi di governo in 4 anni

L. elettorale, Alfano infuriato con l'ex amico Renzi: è la terza crisi di governo che provoca in 4 anni

E' un Angelino Alfano amareggiato e rancoroso quello che commenta le ultime mosse del suo ex alleato di governo Matteo Renzi. Che accusa di stare determinando la terza crisi di governo in quattro anni

Il leader di Alternativa popolare Angelino Alfano
Il leader di Alternativa popolare Angelino Alfano Foto: ANSA/CLAUDIO SALVALAGGIO ANSA

ROMA - E' un Angelino Alfano amareggiato e rancoroso quello che commenta le ultime mosse del suo ex alleato di governo Matteo Renzi. «Per la fretta di una persona sola di tornare a Palazzo Chigi, per non attendere quattro o cinque mesi, ovvero la scadenza naturale della legislatura, il Pd si appresta a determinare la terza crisi di governo in quattro anni. Io mi chiedo se ha ancora amor patrio o se invece è ormai travolto da questa fretta, che ha troppe cose che non tornano" ha dichiarato in una intervista al Corriere della Sera nella quale risponde a Renzi sul significato di votare a settembre o marzo. Gentiloni, ha prosguito Alfano, è un gentiluomo e «non intendo trascinarlo in una vicenda nella quale lui sta facendo il proprio dovere, la questione non è lui, tant'è che lo stiamo difendendo».

Un peso minore
Semmai, sostiene, c'è da aggiungere che con questa legge elettorale, anche qualora il Pd tornasse a Palazzo Chigi, otterrebbe un governo dove avrebbe un peso minore. «Perché questa fretta? Troppe cose non tornano». Sul voto afferma che per «l'Italia cambia tanto, eccome. Innanzitutto si capovolge la narrazione di Paese normale e si afferma che il destino di tutti gli italiani è appeso alla fretta di una persona sola, fretta di tornare a Palazzo Chigi»

Le parole di Renzi
Al Sole24Ore Matteo Renzi aveva dichiarato: «Comprendo la rabbia politica del ministro Alfano. Comprendo un po' meno la reazione scomposta e gli insulti personali, ma non mi stupisco più di nulla, ormai». E sul suo partito, aveva detto: «capisco quelli che dentro il Pd vorrebbero un'altra legge eleettorale. Li capisco e io per primo sognerei un sistema diverso. Ma domando loro: con quali voti?». La politica, è stato il monito di Renzi, «chiama alla responsabilità verso il proprio Paese. Se c'è una legge condivisa, che ha lo sbarramento al 5%, per evitare i veti dei partititni, credo sia impossibile non accettarla. Come si fa a dire no ad una proposta che pure non è la mia quando da Fratoianni a Salvini, da Grillo a Berlusconi, tutti si dicono pronti a votarla? Poi se qualcuno cambierà idea lo dirà agli italiani».