19 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Competitività e bisogno

Manovra, 20 mld per competitività. Renzi agli imprenditori: «Ora tocca a voi»

Il premier Matteo Renzi ha illustrato in conferenza stampa in che cosa consiste la nuova legge di Bilancio 2017. Fondata su due pilastri: competitività e bisogno

ROMA - Il Consiglio dei Ministri ha licenziato la nuova Legge di Bilancio - e non «di Stabilità», come precisato in conferenza stampa dal premier -, una legge che per Matteo Renzi è ricca di buone novità per l'Italia. Prima fra tutte, la chiusura della «parentesi di Equitalia» nella gestione dei rapporti tra cittadini e fisco, operazione che permette di risparmiare smisurati interessi e more previste dalla filosofia dell'ente, per un valore pari a 4 miliardi.

La quarta manovra
E' questa la quarta manovra del Governo, manovra che, ha detto Renzi, realizza il disegno dell'esecutivo sul futuro dell'Italia: quella degli 80 euro nel 2014, quella del Jobs Act del 2015, quella del 2016 con l'abolizione dell'Imu e i superammortamenti, e infine la legge attuale del 2017. 

Miglioramento generale
Il sottofondo, per Renzi, è quello di un miglioramento generale, anche se «si deve fare di più»: siamo passati, sostiene, da un 2014 con Pil negativo, disoccupazione al 13,2%, deficit al 3%, a un 2016 con una previsione del Pil all'1%, disoccupazione all'11,4% e deficit al 2,3%, il più basso degli ultimi 10 anni. 

Competitività e bisogno, e promesse mantenute
Il premier ha spiegato che la filosofia dell'attuale stabilità è quella di unire merito e bisogno, competitività e equità, «chance per chi ci prova, una mano a chi non ce la fa». Niente effetti speciali, dice, ma lavoro quotidiano, paziente e tenace del Governo. Ed elenca tutti gli impegni presi e mantenuti: gli 80 euro, l'eliminazione dell'Imu, aumento delle assunzioni con il  Jobs Act (+588 mila unità), via l'Irap, l'Expo, le unioni civili, il Dopo di noi, Pompei, la Salerno-Reggio Calabria.

1) Competitività: una mano (fiscale) agli imprenditori
Sulla competitività, gli interventi - spiega il premier - sono numerosi. 20 miliardi su più anni a chi investe, con Industria 4.0 e iperammortamento. Renzi sottolinea l'impegno del Governo a favore degli imprenditori, con taglio dell'Irap, iperammortamento e Jobs Act. «Ora tocca a voi dimostrare di essere imprenditori e non prenditori», afferma. E ancora, 1 miliardo di euro, già nel decreto legge, sarà preso dal fondo della Presidenza del Consiglio e utilizzato per le piccole-medie imprese che non riescono ad avere accesso al credito, «visto che le regole Ue creano difficoltà in questo». Il fondo a disposizione per le PMI ammonterà in tutto a 25 miliardi.  

Giù le tasse
Quindi, spiega Renzi, giù le tasse, con Ires e Iri al 24%, via l'Irpef agricola, interventi di sostegno alle partite Iva. E ancora: bonus e interventi di decontribuzione al Sud: una «iniezione di fiducia», dice.

2) Bisogno: una mano a chi non ce la fa. In primis i pensionati
E poi c'è il bisogno: una mano a chi non ce la fa. In primis, sostiene Renzi, ai pensionati, con un accordo con i soggetti sindacali. 7 miliardi di euro spalmati sul triennio, con la quattordicesima per le pensioni basse e l'Ape, che garantisce che chi non può accedere all'anticipo pensionistico potrà andare in pensione un anno prima rinunciando a meno del 5% dello stipendio. Le categorie più deboli possono andare senza penalizzazione.

Sanità, niente tagli
Niente tagli alla sanità, precisa il premier: dai 111 del 2015 si passa ai 113 miliardi attuali, che serviranno per stabilizzare medici e infermieri, per contribuire a nuove terapie oncologiche, per l'epatite C e per i vaccini. Renzi ha sottolineato che il suo Governo non ha mai tagliato sulla sanità, e non inizierà ora a farlo. Quindi, il fondo per non autosufficienti, con 50 milioni di euro in più. Sulla povertà, stanziati 500 milioni presi dai risparmi dei costi della politica. A Casa italia 4,5 miliardi.

3) Futuro: incentivi su ambiente, scuola, agricoltura
Infine, il futuro. 3 miliardi di incentivi per allargare i bonus già esistenti a condomini e alberghi; edilizia scolastica; infrastrutture e investimenti: 12 miliardi saranno destinati a investimenti pubblici in 3 anni. 1 miliardo in più su scuola e università, con un intervento per le materne paritarie, e per gli insegnanti di sostegno nelle scuole paritarie con numero di disabili rilevante. Infine, lo Student Act, che si occuperà di ricercatori, di «recupero di cervelli in Italia» e di attrarre talenti nel nostro Paese. Sull'agricoltura, il premier promette la tutela del made in Italy, e la decontribuzione totale degli agricoltori under 40; quindi, 7 miliardi in 7 anni contro il dissesto idrogeologico. 600 milioni verranno stanziati per la famiglia.

Immigrazione e periferie
Quanto all'immigrazione, le spese ammonteranno allo 0,2% del Pil e rimarranno fuori dal patto, con misure a favore dei sindaci che accolgono: i sindaci che al 15 ottobre accoglieranno migranti avranno infatti riconosciuto un contributo specifico per ciascuna persona accolta, «500 euro annui a migrante una tantum».Sulle periferie l'esecutivo ha stanziato 2,1 miliardi, con 120 progetti già presentati tutti finanziati. Infine, 1,9 miliardi afferiranno al pubblico impiego, con rinnovo dei contratti, a favore del comparto delle Forze armate e di Polizia e per nuove assunzioni. Agli enti territoriali, 3 miliardi.