29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Il premier osserva attentamente la crisi romana

Referendum, come Renzi sta sfruttando il caso Raggi per vincere

Il caos romano a cinque stelle ha un (quasi) silenzioso, ma attento osservatore. Si tratta del premier Matteo Renzi, che avrebbe già in mente una strategia per sfruttarlo a proprio vantaggio.

ROMA - Se la bufera in questi giorni abbattutasi sul Campidoglio a cinque stelle ha un osservatore più attento degli altri, quell'osservatore è il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il quale ha più volte ostentato correttezza nei confronti della sindaca Virginia Raggi, giurando di non gioire minimamente della falsa partenza dei pentastellati a Roma. Perché qui, sostiene il premier, ne va anche dell'immagine della Capitale d'Italia, ed è interesse di tutti che le cose procedano nei migliore dei modi.

Oltre la vulgata
Questa, almeno, è la vulgata, oltre la quale, però, potrebbe nascondersi altro. Calcoli politici, soprattutto, in vista dell'appuntamento referendario che, da ultimi annunci, si terrà tra le ultime due settimane di novembre e la prima di dicembre. Tenendo gli occhi ben fissi sul referendum costituzionale, dove i Cinque Stelle sono tra i più esposti oppositori del Pd di Renzi, è evidente che il «fallimento» del MoVimento a Roma potrebbe contribuire a spostare gli equilibri. O almeno, questo è quello che il premier spererebbe.

Niente sfascismo
D'altronde, secondo La Stampa, quella del premier sarebbe una vera e propria strategia. Il Matteo fiorentino avrebbe chiamato a raccolta tutti i notabili del partito, chiedendo loro di «approfittare» della débacle romana per incalzare ed attaccare senza pietà il MoVimento. Senza, però, chiedere le dimissioni della sindaca, perché lo «sfascismo» non paga.

Lento logoramento
La strategia del premier punterebbe dunque sul lento logoramento, che eviti la maldestra accelerazione di una crisi sì seria, ma che ancora non ha fatto il suo corso. D'altra parte, il «botto romano» potrebbe già rivelarsi utilissimo al Pd, soprattutto nell'ottica del sorpasso dei pentastellati sui democratici recentemente rilevato da Emg per La7: 31,4% contro 31,1%. Secondo La Stampa, in particolare, un aggravamento della crisi del MoVimento potrebbe spingere Renzi a rimandare ulteriormente la data del referendum, che potrebbe slittare al 4 dicembre. Giusto per dare il tempo agli elettori, aggiungiamo noi, di accorgersi del disastro a cinque stelle.

Un «Marino 2» sarebbe ingestibile
Anche perché, qualora la crisi in Campidoglio dovesse aggravarsi, per i consiglieri Pd non sarà affatto facile replicare «l'operazione Marino» e costringere la Raggi alle dimissioni. Tanto vale assestarsi su un'altra linea, che è appunto quella del «logoramento». Una linea di apparente correttezza, che segnerebbe il distacco tra il «metodo Pd» e il «metodo 5 stelle»: come ha affermato Ettore Rosato, «al contrario di come sono soliti fare i 5 stelle, noi speriamo per la città che finalmente la sindaca Raggi cominci a lavorare per risolvere i problemi dei cittadini».

Guadagnare tempo e punti
Attenzione, però, perché questo è un messaggio duplice: al di là delle «differenze di stile» sottolineate dal piano letterale, lo slogan lascia intendere che, fino ad ora, la sindaca pentastellata a Roma non abbia fatto proprio nulla, tutta presa dalle «congiure» e dagli scivoloni della sua giunta. E che, per di più, la situazione di stallo e inefficienza potrebbe pure prolungarsi. Proprio quello che serve al Pd (o almeno così spera Renzi) per guadagnare tempo e punti. Prima che sia davvero troppo tardi.