19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Il giornale britannico sul referendum costituzionale

L'«Observer»: Matteo Renzi rischia di fare la fine di Cameron

Per l'«Observer» il premier italiano rischia grosso con il voto sulla riforma costituzionale: come il primo ministro britannico all'indomani della Brexit, Renzi potrebbe essere costretto a fare un passo indietro alla vittoria del «no»

LONDRA – Al di là della Manica qualcuno azzarda un accostamento tra la figura dell'ex primo ministro David Cameron e quella del presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi. Il perché p presto detto: Cameron ha lasciato la carica da premier all'indomani del referendum della Brexit – che il 23 giugno scorso sanciva l'uscita dall'Ue della Gran Bretagna. Il premier italiano si trova oggi in una situazione simile, secondo l'«Observer», il domenicale del «Guardian». Alla vigilia del referendum costituzionale del prossimo autunno, promosso e fortemente sostenuto dal governo Renzi, per Matteo Renzi si teme la stessa fine.

Referendum e governo: nel Regno Unito come in Italia
Nell'articolo del giornale britannico si pone l'accento anche su un altro fattore. Nonostante il premier italiano abbia più volte ribadito che il referendum in sé non è un voto sul Governo, il clima instauratosi va tutto in questa direzione. Anche David Cameron, a suo tempo, aveva insistito nel sottolineare come il referendum sulla Brexit non fosse affatto legato alle sorti del governo che reggeva, ma i fatti hanno dimostrato il contrario: all'indomani del referendum, Cameron sceglieva di farsi da parte, lasciando il posto a Theresa May, conscio di una sconfitta irrecuperabile. Il precedente di certo non piacerà al premier fiorentino, che sa bene – nonostante gli sforzi di dichiarare a manca e dritta che gli italiani sceglieranno con coscienza di mettere la X sul «sì» – che, qualora a vincere sarà il «no», si troverà di fronte ad una scelta ardua.

Movimento 5 Stelle in agguato
Sempre nell'articolo dell'«Observer», chi scrive mette in evidenza anche il fatto che l'Italia degli analisti è divisa sulle conseguenze che la vittoria del «No» al referendum costituzionale porterebbe con sé. Per tutti, però, è chiaro che il solito Renzi fiducioso di sé ha fatto il grave errore di legare il voto alla sua carriera politica. Quel che si delinea per dopo è la possibilità che ad occupare il vuoto che lascerebbero le dimissioni di Renzi sarebbe il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, i grillini «populisti», come li definisce il giornale britannico. Il M5S potrebbe, a quel punto, essere in grado di «spingere il Pd fuori dal potere». Per non parlare del fatto che, in questo caso, con l'arrivo dei pentastellati al Governo, a legare le sorti di Italia e Gran Bretagna sarebbe anche il più volte reclamato referendum per uscire dall'euro.

La questione bancaria e l'economia sulle spalle del Governo
Le cose per Renzi non si metterebbero bene, per l'«Observer», che non manca di porre l'accento anche sugli altri problemi del Governo attuale, problemi che minano ancora di più la stabilità del premier. A preoccupare è, infatti, la questione delle banche: la situazione delicatissima del Monte dei Paschi di Siena potrebbe giocare un ruolo non trascurabile nella battaglia referendaria. A questo si sommerebbe, per l'«Observer», anche il «rallentamento della crescita dell'economia», che pure sarebbe da attribuirsi alle scelte di Governo. La conclusione dell'analisi è affidata dal giornale britannico al pensiero di Gianni Riotta, ex direttore de «Il Sole 24 Ore» convinto che sarà Renzi a spuntarla sul referendum sulle riforme costituzionali, ma – avverte –prima «dovrà cospargersi un po' il capo di cenere, unire le forze con qualche suo ex nemico e riconoscere che non può fare tutto da solo».