18 agosto 2025
Aggiornato 11:30
Il premier all'assemblea dei senatori del Pd

Riforme, Renzi: «In Italia non è in discussione la democrazia»

Il superamento del bicameralismo paritario è "un percorso culturale che risale al 1946 e arriva fino al 2006-2008", ricorda il presidente del Consiglio

ROMA - «Non si racconti che è in discussione la democrazia, nessuno può dire ho la verità in tasca, ciascuno vede i lati positivi e negativi, ci sono ipotesi di compromesso che possono avere un senso, ma non veniteci a dire che in Italia è in pericolo la democrazia», ha detto il premier Matteo Renzi all'assemblea dei senatori Pd, a proposito della riforma costituzionale.

Questa riforma è cruciale
«Nessuno di noi vuole la disciplina di partito, ma ciascuno risponde a se stesso e ai propri elettori». Quello che Matteo Renzi chiede ai senatori Pd sono dunque «lealtà» e «responsabilità di fronte a un Paese che sta ripartendo e a un'Europa che guarda all'Italia con più positività». Insiste il premier: «Non diciamo prendere o lasciare, ma non si può scappare di fronte alla nostra storia. Non stiamo dicendo 'questa è la minestra' ma è un lavoro lungo anni, questa riforma è cruciale».

Siamo aperti al dialogo
Sul tema delle riforme «non vogliamo il muro contro muro, le cose scritte sui giornali sono profondamente esasperate anche dall'importanza della discussione sulla Costituzione», ha detto ancora Renzi all'assemblea dei senatori Pd. «Abbiamo qualche giorno, fino alla fine della settimana ci saranno le audizioni - ha proseguito il premier - ma io ci terrei molto a terminare le riforme prima della legge di stabilità per chiudere in Aula anche la questione delle unioni civili. Siamo disponibili a ragionare e a discutere", ha detto ancora rivolgendosi alla minoranza Pd, che è critica sulla riforma, «c'è un paese che sta ripartendo, l'Europa vede nell'Italia non dico un modello ma quasi, si ricominciano a creare posti di lavoro...».

Il punto fondamentale sono le funzioni del Senato
Sull'articolo 2 della riforma costituzionale «c'è stata, piaccia o non piaccia, una doppia lettura, salvo per una preposizione». E ora «se si rimette in discussione la doppia conforme, allora in linea teorica può essere rimessa in discussione anche su altro, e allora si riparte daccapo", ha spiegato il premier parlando all'assemblea dei senatori Pd. «Il problema veramente serio - a giudizio del segretario dem - è sulle funzioni» del nuovo Senato. «Questo è il punto centrale e invece in questi giorni si è discusso solo della composizione. Quello che stiamo proponendo è la versione soft di ciò che per 70 anni la sinistra ha proposto", ossia il superamento del bicameralismo paritario. Si tratta di «un percorso culturale che risale al 1946 e arriva fino al 2006-2008, questo è un dato di fatto che vorrei fosse condiviso tra di noi». Il premier ha ricordato che già «nel '46 il Pci era per il Senato delle autonomie, poi c'è stata la commissione Lotti che ha approfondito questa tesi. La tesi numero 4 dell'Ulivo nel 1995 era il superamento del bicameralismo paritario con il Senato delle autonomie. Nel '98 la commissione D'Alema va in questa direzione, anzi va oltre, infine nel 2007 il centrosinitra dice espressamente questo». (Fonte Askanews)