18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Caos Capitale

Marino rassicura Renzi con una Giunta targata PD

Arrivano tre assessori di esperienza graditi a palazzo Chigi. Una squadra con la quale il sindaco spera di sfuggire al pressing del premier Matteo Renzi, pur continuando a negarlo, e di entrare nel vivo di quel programma di opere urgenti.

ROMA (askanews) - Una Giunta di stretta osservanza PD, per la quale, deve ammettere Marino, «abbiamo avuto un lavoro comune che è stato svolto sia a Palazzo Chigi sia in Campidoglio su progetti e idee». Una squadra con la quale il sindaco spera di sfuggire al pressing del premier Matteo Renzi, pur continuando a negarlo, e di entrare nel vivo di quel programma di opere urgenti che ha raccontato con la raffica di conferenze stampa, cantiere per cantiere, dei giorni scorsi, con cui ha provato a dimostrare alla città, al suo partito e al Paese che non era questo il momento di staccare la spina.

«La cosa migliore del futuro è che arriva un giorno alla volta», diceva Abramo Lincoln, e Marino, con questa citazione proiettata sul maxischermo, presenta la Fase due del suo Governo con questa terza Giunta in cui tenta, con l'innesto di tre uomini d'esperienza e graditi a Palazzo Chigi, la risoluzione dei problemi principali nell'amministrazione della Capitale. Marco Causi, vicesindaco, eredita la gestione del Bilancio dalla assessore dimissionaria Silvia Scozzese, proprio mentre è attesa entro il 31 luglio l'approvazione dell'assestamento 2015 in assenza del quale si avvierebbe la procedura prefettizia di eventuale deroga che potrebbe culminare, in assenza d'approvazione, anche in un commissariamento. Causi dovrà gestire anche il personale capitolino, al centro di un'annosa trattativa sul salario accessorio causa di un buco rilevante nei conti del Comune.

Stefano Esposito, senatore Pd noto per le ruvide prese di posizione contro le valli No Tav con le delega dei Trasporti si trova a sbrogliare la spinosa matassa Atac e trasporto pubblico locale. Propone un patto ai sindacati «perché se a rimetterci sono sempre i cittadini, finirà che arriveranno con i forconi non solo contro la politica, ma anche contro i lavoratori». L'ex sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria rileva la delega alla scuola dell'uscente assessore Masini «di cui speriamo di poter usare le competenze in altri incarichi», ha auspicato Marino. Ma nel frattempo è a Rossi Doria che spetta ragionare su come risolvere le difficoltà della scuola nella capitale, in affanno d'organico e strutture in ogni ordine e grado. Senza dimenticare che è sua, ora, quella delega alle periferie che è rimbalzata dallo stesso Masini al vicesindaco Nieri, senza che le esplosioni periodiche di crisi e ribellioni riuscisse a trovare tregua.

Anche la delega al Turismo ha fatto un giro ampio in questo anno e mezzo abbondante di Giunta Marino: dall'assessore al Commercio Marta Leonori è stata abbinata alla Cultura con l'arrivo di Giovanna Marinelli, prima di essere affidata a Luigina Di Liegro, nipote dello storico fondatore della Caritas Diocesana don Luigi Di Liegro, presentatasi alle elezioni con il Pd e recentemente entrata in consiglio a surrogare Mirko Coratti, coinvolto delle indagini di Mafia Capitale. La Di Liegro, col suo ingresso, pareggia il bilancio di genere della Giunta Marino che vede 6 uomini e 6 donne a sostenere il sindaco nell'amministrazione della Capitale.

Nessuno dei neo assessori è romano: anche la Di Liegro, nonostante il suo cognome sia molto caro ai cittadini della Capitale, soprattutto agli emarginati difesi e accolti da suo zio, si è trasferita negli Usa da bambina, ha studiato a New York. Palermitano Causi, napoletano Rossi Doria, Piemontese Stefano Esposito che della sua non-romanità fa una bandiera: «Questa idea che se arriva un romano sa esattamente quanti mezzi circolano, se funzionano o meno, penso sia una bella favola da raccontare per fare propaganda - ha affondato Esposito -. Bisogna studiare, avere rapporti con gli attori di questa vicenda».

«Io ho il vantaggio di non avere un bagaglio pesante né di dovermi costruire un consenso per me stesso». Quello del premier, per sua stessa ammissione, ce l'ha già: «Ti avrei mandato volentieri in Qatar ma ti tocca Roma», racconta Esposito a margine della presentazione della Giunta riportando le parole scherzose rivoltegli ieri da Renzi.

Sel stronca il nuovo esecutivo come «monocolore Pd, un misto tra vecchio centrosinistra e ultrarenzismo», mentre le opposizioni annunciano a Causi, presente in Aula Giulio Cesare dal momento dell'insediamento, una battaglia permanente, provvedimento per provvedimento. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se il Marino ter segnerà una svolta vera nell'efficacia dell'azione del Campidoglio, o un estremo tentativo di prolungare un'amministrazione arrivata al capolinea politico della sua esperienza.