Note spese, l'ex segreteria sconfessa Marino: Verso la perizia calligrafica
La magistratura sta ascoltando gli ex collaboratori di Ignazio Marino, quelli accusati dall'ex sindaco di aver falsificato le firme. Tutti negano e gli inquirenti pensano alla perizia calligrafica per smascherare il dottore
ROMA – Lo avevamo lasciato che, solo contro tutti, Ignazio Marino ribadiva con forza che la firma su quegli scontrini non era la sua. Continua ad essere da solo l'ex sindaco e la bufera – sebbene mediaticamente non ingombrante come nei mesi scorsi – non sembra placarsi.
I collaboratori che non collaborano
Dopo aver ascoltato cinque persone del Campidoglio, gli inquirenti non hanno ancora un riscontro alle parole lasciate dall'ormai ex primo cittadino dell'Urbe. In Procura Marino, dopo che la poltrona in Campidoglio sembrava sempre più traballante, aveva dichiarato con fermezza che «Le firme sui giustificativi non sono mie, ho portato le note in segreteria e non so altro, le avranno siglate i miei collaboratori». E di chi sarebbero? Secondo l'ex sindaco qualche collaboratore intraprendente avrebbe apposto le firme al posto suo, falsificando la calligrafia del dottore dem.
Gli inquirenti indagano, ancora
Il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il pm Roberto Felici vanno a fondo, quindi, e chiamano a parlare i tanto chiacchierati collaboratori del sindaco, ma i conti – anche stavolta! – non tornano. Per loro le parole di Marino sarebbero infondate e negano tutto. «Escludo che qualsiasi membro dello staff si sia preso la libertà di firmare al suo posto»: a dirlo è l'ex dirigente della segreteria particolare di Marino, Silvia Decina, che così smonta le affermazioni dell'ex sindaco e spinge le autorità di competenza a continuare le indagini. Secondo l'ex dirigente, inoltre, l'iter degli scontrini in Campidoglio sarebbe ben chiaro e non ci sarebbe quindi via di fuga per il sindaco-dottore: una volta compilate, infatti, le note finivano dritte dritte sulla scrivania di Marino, che procedeva ad ufficializzarle.
I collaboratori negano tutto
Insomma, le parole di Marino sembrano infrangersi inesorabilmente contro un muro il muro di negazioni alzato dai suoi ex collaboratori. Come Silvia Decina, infatti, anche gli altri hanno testimoniato il loro «no» secco davanti a procuratore e pm. Il membro della segreteria Giampiero Bistoncini, l'ex capo della ragioneria Maurizio Salvi, e il capo del Cerimoniale Francesco Piazza hanno rigettato indietro unanimamente le dichiarazioni dell'ex sindaco: «Le firme non sono nostre». In calendario sarebbero in programma altre testimonianze, ma la strada sembra ormai segnata: se queste non dovessero dar ragione a Marino non rimarrà che andare alla verifica calligrafica. A quel punto sarà la perizia a sancire se l'ex sindaco dem ha mentito o meno.
L'iscrizione al registro degli indagati
Lo scandalo degli scontrini aveva gettato nel caos l'inquilino del Campidoglio, che, accusato di aver approfittato dei fondi pubblici per cene e viaggi privati, si era visto togliere da sotto il sedere la poltrona per una manciata di scontrini, «falsi» a suo dire. Alla fine di ottobre, nel pieno della bufera, l'ex sindaco veniva iscritto nel registro degli indagati nell'inchiesta sulle spese di rappresentanza. Candidamente, in quell'occasione, il sindaco in uscita spiegava che «La comunicazione delle indagini è un atto dovuto per svolgere le indagini. Io sono convinto di aver spiegato bene le mie ragioni e la mia trasparenza». Ora sta agli inquirenti capire quanto di vero ci sia in quella testimonianza e mettere una volta per tutte un punto alla sempre più imbarazzante vicenda. Che sia stato Marino o meno ad apporre quella firma sarà la magistratura a decretarlo, intanto resta un'ombra pesante di incoerenza sulla figura di un sindaco che si faceva paladino della trasparenza.
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