24 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Di Maio spiega il «No» greco

Ora anche l'Italia dica no alla Troika

Perché i greci dicono «No» alla Troika? A spiegarlo è Luigi Di Maio che commenta il referendum greco adducendo come motivazione principale la stanchezza del popolo di fronte alle «ricette» dell'Ue che affossano il Paese

ROMA - «I greci oggi giustamente dicono no» perché stanchi di ricevere l'ennesima «ricetta» da chi ha prestato i soldi al Paese dettando poi allo Stato la strada da seguire per far rientrare quei fondi attraverso riforme che hanno portato il Paese al tracollo. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati e membro del Direttorio del Movimento 5 Stelle, commenta lo straordinario risultato del referendum greco e punta il dito, ancora, contro i burocrati europei.

Atene boccia Bruxelles
Da Atene, il deputato pentastellato risponde alle domande dell'inviato di Enrico Mentana e spiega perché il popolo greco ha scelto di bocciare l'Europa dei banchieri: chi ha prestato i soldi alle banche greche negli ultimi cinque anni ha anche specificato al governo ellenico come procedere affinché il capitale tornasse indietro, «attraverso delle riforme che hanno portato ad un -25% del PIL greco». Conseguenza diretta dell'atteggiamento dei tecnici europei rispetto al collasso greco è la risposta forte e decisa di un popolo che, chiamato alle urne, sceglie di rifiutare il sistema Ue. Con un risultato schiacciante il «No» greco travolge l'Europa e rimette tutto in gioco: il potere contrattuale ora nelle mani del premier Alexis Tsipras potrebbe cambiare le sorti di un Paese e dell'Europa tutta.

La Troika e la «ricetta Fornero»
La Grecia dice «No» a quella ricetta che per Di Maio può essere paragonata alla Riforma Fornero italiana: «Aumentate l'IVA e svendete le aziende di Stato». La risposta greca non può essere che un rispedire al mittente la proposta, pretendendo una soluzione che non continui a far crollare il PIL. Una soluzione che restituisca dignità e speranza ad un popolo prostrato e infiacchito da tasse e debito. E la svolta storica segnata dalla penisola ellenica è arrivata nonostante la campagna di «terrorismo mediatico» che in Grecia ha portato i cittadini a temere fortemente il domani senza Euro, quando, invece, – come sottolinea Di Maio –, con l'uscita dalla moneta unica, «l'unica cosa certa è che la Troika non può proporre a Tsipras la Riforma Fornero, l'aumento dell'IVA e la svendita delle grandi aziende».

Lezioni di politica
E da Piazza Syntagma dove si festeggia la vittoria del «No»Di Maio ribadisce la forza e l'importanza del risultato greco. Se un popolo è ridotto allo sfinimento «riconosce il suo aguzzino» e la Grecia lo ha fatto nonostante i rubinetti delle banche chiusi, nonostante la campagna «di terrore» portata avanti dai media, nonostante un Matteo Renzi che «da servo delle banche prova a terrorizzare i greci con un tweet». D'accordo con gli altri Parlamentari del Movimento, Di Maio afferma che quella greca è stata una «lezione di politica» impartita al resto d'Europa. Non si può che plaudere alla decisione forte presa dal governo Tsipras prima e a quella decisiva espressa dal popolo. Da oggi, spiega Di Maio, la cancelliera Angela Merkel e le banche europee si troveranno a dover far fronte ad un enorme problema: «Un popolo che non abbassa la testa».

Riprendiamoci l'Italia
Quello che preme sottolineare a Di Maio è la forza «contagiosa» del referendum greco: presto anche gli altri Paesi del sud dell'Europa comprenderanno l'urgenza di adottare la stessa soluzione. In Italia, scrive Di Maio, «dobbiamo avere il coraggio di ribellarci alle imposizioni di BCE, Fmi e commissione europea». Insieme a questo, in Italia bisogna smantellare una volta per tutte la Legge Fornero, abbassare l'IVA e riprenderci le aziende di Stato. L'idea è quella di mandare a casa Renzi e «tornare ad essere sovrani rispedendo al mittente le politiche folli che ci hanno imposto». Come? Con lo strumento democratico di cui disponiamo: il referendum.