25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Di Battista ad Atene per sostenere il «No»

«Il problema non è la Merkel, ma Renzi che lavora per lei»

I 5 Stelle volano in Grecia per dimostrare solidarietà al popolo ellenico e alla scelta coraggiosa del governo Tsipras. La speranza è quella di veder trionfare un «No» che aprirebbe alla possibilità di un referendum sull'Euro nel nostro Paese

ROMA - Non ce l'ha con la Germania, Alessandro di Battista, ma con il premier Matteo Renzi, che diceva che «avrebbe battuto i pugni sul tavolo ed è finito a lavorare per la Merkel». Il grillino, in un'intervista rilasciata a L'Espresso, annuncia che domenica sarà ad Atene insieme ad una delegazione di parlamentari del M5S guidata da Beppe Grillo, per sostenere la Grecia di Alexis Tsipras in questo «momento di democrazia», per dirla con le parole del leader del Movimento.

In Grecia non c'è derby Euro-Dracma
La vittoria del «No» in Grecia non significherà per forza di cose un ritorno alla Dracma per il Paese, né ad una automatica uscita dall'Unione europea della Grecia. Come spiega il 5 Stelle, diversi sono i Paesi in Europa che non hanno adottato l'Euro, mantenendo la loro moneta. E, in ogni caso, – continua Di Battista – il referendum del prossimo 5 luglio «non è il derby euro-dracma di cui parla il premier». Piuttosto in gioco potrebbe esserci la possibilità che, una volta ottenuto un risultato concreto dalle urne di domenica in Grecia, anche l'Italia arrivi ad un referendum per una nuova eventuale moneta, quindi la tanto sperata e richiesta (da parte dei pentastellati) uscita dall'Euro.

Le paure dei leader dell'Unione europea
Sorvola sulle possibili preoccupazioni della cancelliera Merkel in merito al risultato greco, Di Battista, che invece si dice convinto del fatto che i leader dell'Unione europea temono che il referendum greco possa rappresentare un precedente. «Cosa che sarà – spiega Di Battista – a prescindere del risultato»: il succo della questione, aldilà della vittoria del «Sì» o del «No», sarà che con il referendum di domenica prossima si sarà stabilito il principio per cui «un popolo può dire la sua» se in gioco vi è il proprio destino e «la vita delle persone».

Euro e austerità: due facce della stessa medaglia
I grillini sperano nel «No» greco di domenica: un «No» all'austerità dei burocrati e banchieri europei, un «No» al piano dei creditori per il rientro del debito greco, ma anche un «No» che apporterebbe cambiamenti considerevoli all'assetto dell'Europa tutta. I pentastellati non si permettono di «dettare l'agenda a Tsipras», commenta Di Battista: quello che importa ai 5 Stelle è evidenziare, con il referendum greco, che «per noi euro e austerità sono due facce della stessa medaglia».

Uscire dall'Euro non dall'Europa
E non è di certo una novità. Il Movimento 5 Stelle ha sempre portato avanti parallelamente la battaglia contro l'austerity della Troika e quella per l'uscita dall'Euro. Tanto da reclamare in Italia un referendum per una «nuova Lira», raggiungendo quindi la «sovranità monetaria» persa con l'introduzione della moneta unica. Ma questo non vorrebbe dire uscire dall'Europa. Di Battista apporta l'esempio della Gran Bretagna, dove la banca d'Inghilterra fa riferimento allo Stato e non esiste l'Euro. «Non mi pare un'eresia dire che non va bene un sistema monetario che fa di tutta l’erba un fascio», continua il deputato, perché non c'è dubbio alcuno sull'evidenza che l'economia tedesca, italiana e greca presentino profonde differenze. Quella del referendum consultivo sarebbe un'occasione per Di Battista perché si faccia informazione sul significa della nazionalizzazione della banca, non è un «atto di terrorismo, come vogliono farci credere».