18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
M5s su immigrazione contro governo, Ue e Lega nord

Grillo attacca (ancora) la Lega

L'Italia tra l'incudine e il martello, tra il Regolamento di Dublino e il Trattato di Schengen, è la «vittima» per antonomasia dell'«emergenza immigrazione» secondo il leader di M5S

ROMA - Il nodo immigrazione continua ad essere motivo di scontro nella politica italiana. Beppe Grillo, sul suo blog, scrive un post in cui, oltre ad analizzare l'incresciosa situazione che vede l'Italia come il Paese più esposto e oberato dal problema, continua ad attaccare la linea politica della Lega nord. «Per l'emergenza immigrazione», l'Italia – scrive il guru dei pentastellati - «si trova tra l'incudine e il martello» e «l'Europa resta a guardare».

La Lega firmò Dublino
Per Grillo, l'incudine sarebbe rappresentata dal regolamento dell'Unione europea che amministra la materia del diritto d'asilo, ovvero il tanto discusso regolamento di Dublino. Ma perché la normativa in questione risulta essere un danno per l'Italia? Come spiega il leader dei 5 Stelle, il regolamento «impone a chi arriva in un Paese per chiedere rifugio politico di non poterne uscire». È ingiustificata, a detta di Grillo, la reazione della Lega nord all'«emergenza immigrazione» che l'Italia subisce oggi perché quando nel 2005 a firmare il regolamento di Dublino fu il governo Berlusconi, con il concorso della Lega nord, «che ora finge di dimenticarsene».

Gli effetti del Regolamento di Dublino
Le conseguenze di 'Dublino' sono «devastanti» per i Paesi dell'Unione europea bagnati dal mar Mediterraneo: nessun barcone – spiega Grillo – «fa la circumnavigazione d'Europa per approdare in Svezia o in Germania». Il flusso migratorio, infatti, investe, per forza di cose, maggiormente il nostro Paese: «Il riconoscimento dello status di profugo richiede mesi se non anni quando viene fatto ricorso», scrive Beppe Grillo, che continua: «Questo i clandestini lo sanno bene». L'Italia, dunque, è l'unica vera vittima della situazione – «anche grazie a ministri imbelli come Alfano e Gentiloni» –, mentre a godere delle conseguenze positive del Regolamento sono i Paesi che non s'affacciano sul Mediterraneo, i Paesi del nord dell'Europa.

Il martello di Schengen
Da una parte Dublino, l'incudine, dall'altra il martello degli accordi di Schengen, «che ormai è diventato una porta scorrevole». Mentre ogni singolo Paese decide se far passare o meno i profughi, come scrive Beppe Grillo, «l'Italia sta diventando un immenso campo profughi», molti dei quali sono intenzionati a lasciare il Paese per raggiungere parenti o conoscenti in altre parti dell'Europa, ma costretti ad accalcarsi ai confini impossibilitati ad uscirne. I Paesi ai confini, per salvaguardarsi, hanno deciso di sospendere gli accordi di Schengen, in modo, quindi, da fermare l'ingresso dei profughi: «L'Austria ha sospeso Schengen, l'ha fatto fino al 15 giugno la Germania (con la scusa del G7)», scrive ancora il leader M5s.

Il business dei migranti e la soluzione di Grillo
Rispetto a questa situazione, «di fronte a questo imbuto senza sfogo», il governo Renzi non è stato capace solo di decidere per lo smistamento di queste persone nei piccoli Comuni di provincia «dove in qualche caso sono più dei residenti». Cosa si cela dietro l'incapacità del governo nel gestire la situazione? La risposta di Grillo è semplice: «L'immigrazione è un business» e le vicende di Roma, con il secondo round di Mafia capitale, ne sono la chiara dimostrazione. Quali le soluzioni previste dal leader a 5 Stelle? Il regolamento di Dublino va rivisto e la valutazione se un profugo ha diritto allo status di rifugiato «va fatta nei punti di partenza in Africa». Una volta superato questo step, al migrante dovrebbe essere permesso di scegliere «il Paese di destinazione in ambito UE». È l'Europa, poi, a dover istituire un apposito fondo per permettere ai migranti di affrontare il viaggio. L'Italia, dal canto suo, sospenderebbe Schengen per alcuni mesi.