27 agosto 2025
Aggiornato 18:00
Emergenza sbarchi

Card. Parolin: i mezzi da adottare rispondano a concreti obiettivi di giustizia

«Non possiamo chiuderci su noi stessi per puro egoismo: il dolore e i problemi dell'altro sono un invito al dialogo con lui». Lo ha detto il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin pronunciando alla Facoltà teologica del Triveneto, a Padova, una Lectio magistralis per il Dies Academicus 2014-2015.

CITTA' DEL VATICANO (askanews) - «Non possiamo chiuderci su noi stessi per puro egoismo: il dolore e i problemi dell'altro sono un invito al dialogo con lui». Lo ha detto il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin pronunciando alla Facoltà teologica del Triveneto, a Padova, una Lectio magistralis per il Dies Academicus 2014-2015.

Portatori di istanze etiche
«Non si tratta - ha detto il porporato - di una semplice apertura materiale, pur necessaria ed impellente davanti a tragedie che di umano hanno ormai solo le vittime, ma di farsi portatori di istanze etiche capaci di trasformarsi in azioni politiche necessariamente condivise. E una condivisione che travalica i confini nazionali per esigenze di mezzi e di coordinamenti, ma - ha sottolineato Parolin - che va oltre gli stessi legami europei trattandosi di una realtà le cui cause sono determinate da una Comunità internazionale in cui i responsabili, Stati e Istituzioni intergovernative, sono preoccupati di garantire equilibri sempre più precari piuttosto che puntare ad una stabilità e costruire situazioni pacifiche».

Bisogna rispondere a umanità lacerata
«Una onesta lettura della realtà, ci dice che i mezzi da adottare debbono rispondere a concreti obiettivi di giustizia e alle esigenze di una umanità lacerata nei suoi rapporti dalla legge del più forte e non dalla forza delle legge, e che vede ancora le sue istituzioni, a tutti i livelli, operare con idee, strumenti e regole che appartengono al passato e non in grado di fronteggiare fenomeni nuovi e sempre più impellenti. Un'esigenza che se ignorata a livello istituzionale, non sfugge ad ogni persona, anche la più semplice, che si senta parte della famiglia umana».