Vacca: «C'è un metodo Renzi: traccheggio e all'ultimo minuto colpisco»
Nonostante le belle parole sulla riforma della scuola, il Parlamento ancora non conosce i contenuti del provvedimento del governo e li attende ormai da settimane. Un ritardo eclatante, che secondo alcuni parlamentari nasconderebbe una precisa strategia politica da parte del premier, Matteo Renzi. Ne abbiamo parlato con l'On. Gianluca Vacca, deputato del M5S.
ROMA – Nonostante le belle parole sulla riforma della scuola, il Parlamento ancora non conosce i contenuti del provvedimento del governo e li attende ormai da settimane. Un ritardo eclatante, che secondo alcuni parlamentari nasconderebbe una precisa strategia politica da parte del premier, Matteo Renzi. Ne abbiamo parlato con l'On. Gianluca Vacca, deputato del M5S.
A che punto siamo con il provvedimento sulla riforma sulla scuola?
«Non è ancora arrivato assolutamente nulla. Ad oggi ancora non è arrivato il provvedimento alla Camera: quindi si tratta di una situazione quantomeno surreale. E' un disegno di legge fantasma quello sulla riforma della scuola: non ne sappiamo nulla da settimane.»
A tal proposito, Lei l'ultima volta che ci siamo sentiti aveva sottolineato che questi ritardi da parte del governo potessero essere in qualche modo intenzionali, e che si trattasse di una vera e propria «tattica» da parte di Matteo Renzi: la pensa ancora così?
«Non è solo una mia idea: è un'idea condivisa da molte persone nella politica, anche provenienti da partiti diversi. Mi spiego meglio. Due sono le cose: o ci sono problemi relativi alla reperibilità delle risorse finanziarie (o anche dubbi di incostituzionalità delle norme) o questa è una vera e propria strategia per tenere sotto scacco il Parlamento. Di fatto, comunque, ormai i tempi non ci sono più. E io sono molto preoccupato, come altri colleghi.»
Mi può spiegare meglio cosa intende per «tattica»?
«La tattica consiste nell'accorciare all'ultimo minuto i tempi dell'iter parlamentare, per permettere al governo di tagliare il dibattito e il lavoro delle Camere: col canguro, la ghigliottina, ecc. Sottolineo che la finalità non è quella di serrare i tempi del dibattito (che sarebbe anche positivo), ma proprio quella di tagliare il dibattito! In questo modo vanno avanti solo le indicazioni che la maggioranza esegue sotto il diktat del governo.»
Si può parlare di un vero e proprio «metodo Renzi» e, se sì, perché?
«Sì, è un vero e proprio «metodo Renzi» e c'è la volontà politica evidente di tenere sotto ricatto il Parlamento. Questo Parlamento è costantemente ricattato: in particolare i parlamentari della maggioranza, che se alzassero la testa vedrebbero le loro candidature messe a rischio. Con questi ritardi intenzionali (nonostante sia stato lungamente annunciato, il provvedimento sulla scuola non è ancora arrivato) il governo umilia il Parlamento perché non lo mette in condizione di lavorare bene, con i tempi necessari. La Costituzione prevede che i provvedimenti con delega al governo non possano avere procedimenti abbreviati: ecco, questo provvedimento sulla scuola di deleghe ne ha ben quattordici! Ma alla fine saremo costretti a fare ciò che vuole il governo, perché non ci sono più i tempi previsti. E' assurdo pensare di approvare un provvedimento come questo in un mese, o in un mese e mezzo: se accadrà, vorrà dire che non avremo lavorato bene, ma soprattutto che tutti gli emendamenti proposti saranno stati bocciati con vari escamotage. La stessa cosa è avvenuta per altri provvedimenti e iter parlamentari: dal Jobs Act alla legge elettorale che è stata calendarizzata per il 27 aprile.»
Vi sentite vicini, dunque, alle parole di Brunetta, che accusa addirittura il governo Renzi di star realizzando un «colpo di stato»?
«Il problema di Brunetta è la credibilità: quando era al governo probabilmente faceva lo stesso. Però il senso delle sue parole non solo è chiaro, ma è innegabilmente uno stato di fatto. Si tratta di una realtà inconfutabile, purtroppo. Il provvedimento sulla scuola né è un'altra prova, ed è l'ennesimo scandalo del governo Renzi.»
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