Cappelletti: Renzi contro la corruzione, ma la bozza resta nei cassetti del Senato
Slitta ancora l'esame in Aula al Senato del disegno di legge anticorruzione. Respinta la proposta del Moviemnto 5 Stelle sull'introduzione del Daspo per i corrotti nella pubblica amministrazione. La proposta era stata sorretta anche dal premier, Matteo Renzi, all'indomani dello scandalo Expo 2015, ma a bocciare l'iniziativa, oltre a Forza Italia, anche il Pd.
ROMA - «La verità è un'altra: se da due anni una bozza di legge per contrastare in maniera efficacie la corruzione di questo Paese è nei cassetti della Commissione della Giustizia al Senato a prendere la polvere, un motivo c'è, e il motivo è che c'è una forza trasversale da Forza Italia fino al Pd che a cui sta bene un Paese dove non si riesca a contrastare in maniera efficiente questo fenomeno». Il senatore del Movimento 5 Stelle, Enrico Cappelletti, commenta così – in un'intervista rilasciata al DiariodelWeb.it – gli sviluppi relativi al ddl anticorruzione, ancora impantanato.
IL BLUFF DI RENZI - «La maggioranza si è spaccata alla Camera sulla votazione della riforma di prescrizione – spiega il senatore pentastellato –. Al contrario, al Senato, la maggioranza, allargata come sempre a Forza Italia, funziona benissimo. Tant'è che hanno bocciato allegramente la proposta del Movimento 5 Stelle di introdurre il Daspo per i corrotti». «Era un provvedimento che trovava tra i suoi sostenitori il presidente del Consiglio, Renzi, il quale, all'indomani dell'ennesimo scandalo tangentopoli legata a Expo 2015, dichiarò a tutti i mezzi di stampa e televisivi, che sarebbe intervenuto per accelerare per accelerare con l'anticorruzione e per produrre nel nostro ordinamento una Daspo per i politici. Sostanzialmente intendeva che chi viene considerato colpevole di reato di corruzione o simili non potrebbe più entrare nella pubblica amministrazione», continua il senatore Cappelletti.
IL DISPERATO BISOGNO DI LEGALITÀ - Alla base della proposta del Movimento 5 Stelle c'è l'intenzione di tutelare ogni singolo cittadino dalla macchia della corruzione: «Noi avremmo disperatamente bisogno di un provvedimento di questo tipo, perché è quasi nel cento per cento dei casi, quando ci troviamo di fronte a situazioni di questo tipo, si tratta di comportamenti illeciti, reiterati dalle stesse persone. Quindi riuscire in qualche maniera di fronte ad una sentenza passata in giudicato a tutelare la società civile da potenziali ripetersi di queste condotte di tipo illecito ci sembrava una cosa assolutamente importante per intervenire con un provvedimento efficacie per contrastare il fenomeno della corruzione nel nostro Paese. Poi, forti del fatto che l'idea era venuta dal presidente del Consiglio dei ministri, l'abbiamo presentata sotto forma di emendamento, ed è stato bocciato in primis dal partito democratico».
CONTINUI SLITTAMENTI - Piero Grasso, presidente del Senato, depositava due anni fa il disegno di legge sull'anticorruzione, contenente provvedimenti di importanza rilevantissima anche e soprattutto alla luce di scandali del calibro del Mose di Venezia, dell'Expo 2015 e, soprattutto, della bufera di Mafia Capitale. Inoltre, da non dimenticare, l'applauditissimo discorso d'insediamento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, tutto volto alla lotta a mafia e corruzione. Invece pare che si continui a rinviare: era previsto per il 5 febbraio l'esame nell'Aula del Senato sul disegno di legge, ma la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama rimanda tutto alla settimana tra il 17 e il 19 marzo.
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