Assedio all'Italicum
Si complica il cammino della legge elettorale che Matteo Renzi vorrebbe approvata in commissione Affari Costituzionali entro la pausa natalizia: sul testo ieri sera si è abbattuta una valanga di emendamenti, circa 12mila, e stasera alle 20 scadrà anche il termine per i subemendamenti con la Lega che ne ha già presentati 5443.
ROMA - Si complica il cammino dell'Italicum al Senato, la legge elettorale che Matteo Renzi vorrebbe approvata in commissione Affari Costituzionali entro la pausa natalizia: sul testo ieri sera si è abbattuta una valanga di emendamenti, circa 12mila, e stasera alle 20 scadrà anche il termine per i subemendamenti con la Lega che ne ha già presentati 5443.
Se la maggior parte delle proposte di modifica è targata Carroccio, 1650 arrivano anche dai frondisti di Forza Italia e Gal. «L'intento è ostruzionistico, la battaglia più che sul merito è sui tempi», ammette il primo firmatario Augusto Minzolini. Le proposte sono state sottoscritte tra gli altri anche da Pietro Liuzzi, Luigi Perrone, Luigi D'Ambrosio Lettieri, Lucio Tarquinio, una pattuglia di senatori pugliesi vicini a Raffele Fitto che oggi ha chiesto al premier di chiarire se intende andare al voto anticipato.
Affila le armi anche la minoranza del Pd che ha presentato la maggior parte dei 23 emendamenti arrivati dal gruppo dem chiedendo, come ha spiegato ieri sera Miguel Gotor, che i capilista non siano bloccati "perché deve essere restituito ai cittadini il diritto di scegliere i parlamentari soprattutto in vista del fatto che avremo solo una camera politica». Sul punto verranno presentati stasera anche dei subemendamenti che prevedono listini bloccati a livello circoscrizionale entro i quali verrebbe eletto il 25% dei deputati mentre il restante 75% verrebbe eletto con preferenza nei collegi plurinominali. Molto condivisa è la proposta di consentire apparentamenti tra liste in caso di ballottaggio: emendamenti in tal senso sono arrivati dalla minoranza Pd, da Forza Italia e da Ncd. Il partito di Angelino Alfano chiede anche una norma antiflipper e l'aumento almeno a 12 del numero dei collegi in cui lo stesso capolista può candidarsi: nel testo Finocchiaro sono dieci. Cento sono gli emendamenti presentati da Sel, solo 5 dal Movimento 5 Stelle.
Nonostante le rassicurazioni di Renzi che oggi ha ribadito che la legislatura finirà nel 2018, lo scontro più aperto, anche all'interno del Patto del Nazareno, sembra essere quello sulla clausola di salvaguardia che dica con che sistema si va a votare nel caso in cui le Camere venissero sciolte una volta approvato l'Italicum (che contiene solo norme per l'elezione della Camera) ma non le riforme costituzionali: all'emendamento renziano che ripropone il Mattarellum, oggi Forza Italia ha risposto con il Consultellum. Lo stesso ha fatto Ncd. L'uninominale maggioritario piace anche alla minoranza Pd. Per Pierluigi Bersani "è l'ipotesi numero uno e non solo per la fase transitoria" ed emendamenti che lo reintroducono sono stati presentati da Vannino Chiti e dalla civatiana Laura Ricchiuti. Lo stesso Chiti, tuttavia, ha presentato anche un emendamento che prevede il Consultellum come legge ponte. Per ora comunque l'orientamento del governo sembra essere quello di non andare oltre l'inserimento di una data di entrata in vigore dell'Italicum: sul sistema di voto in caso di elezioni anticipate non si sopisce il sospetto tra le opposizioni che Renzi voglia le mani libere, pensando, come spiega Roberto Calderoli, anche di procedere per decreto magari estendendo l'Italicum al Senato.
La prossima settimana la commissione entrerà nel vivo dei lavori ma il rischio che i tempi si allunghino è dietro l'angolo: lunedì inizierà l'illustrazione degli emendamenti e martedì è previsto il voto sugli ordini del giorno Calderoli e De Petris. Data la mole di proposte presentate però non c'è certezza sui tempi: «I miei subemendamenti vanno tutti discussi e votati», spiega Calderoli assicurando però che «se il Governo mette il paese in condizione di avere una legge elettorale equilibrata siamo pronti al ritiro». La prossima poi sarà la settimana in cui l'Aula del Senato sarà impegnata sulla legge di stabilità e non è detto che bastino le sedute in notturna già paventate dalla Finocchiaro per assicurare il sì entro la pausa natalizia.
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