25 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Nessuna bocciatura, ma molte minacce

L'UE a Renzi: «Fai un altro piccolo sforzo»

Per ora nessuna bocciatura, ma il «rischio di non conformità», per l'Italia, rimane: il nostro Paese è stato insomma rimandato agli esami a marzo. E Juncker avverte: «Il tempo che resta non va sprecato, l'Italia deve fare progressi»

ROMA - Chi vuole può guardare il bicchiere mezzo pieno: la temuta bocciatura europea della Legge di Stabilità non c'è stata. Ma si può anche vedere il bicchiere mezzo vuoto, perché nel parere giunto oggi da Bruxelles il Bilancio 2015 dell'Italia non esce nemmeno «promosso». Rischia la «non conformità» con le regole del Patto di Stabilità e di crescita e come in altri due casi non facili, Francia e Belgio, l'Italia è stata "rimandata». Non a settembre come gli scolari, ma in primavera: «la Commissione valuterà la situazione a inizio marzo 2015, in seguito all'approvazione delle leggi di bilancio e delle previste specifiche dei programmi di riforme strutturali annunciati».

RINVIO POLITICO - Un rinvio «politico», ha spiegato il commissario responsabile degli Affari economici e fiscali, il francese Pierre Moscovici, che in questo modo ha fatto eco al presidente Jean-Claude Juncker che poco prima, in una intervista a vari quotidiani, preannunciando la «non bocciatura non promozione» aveva rivendicato ancora una volta di essere a capo di un organo politico. Non una squadra di burocrati quindi. «Non abbiamo voluto prendere decisioni avventate, che avrebbero potuto essere contestate», ha detto Moscovici.

DA QUI A MARZO SERVONO PROGRESSI - «Ma sia chiaro - ha aggiunto -: il tempo che resta non va sprecato, da qui a marzo le cose devono avanzare e la commissione non esiterà a prendere le sue responsabilità». Con alcune ambiguità e esitazioni, ha fatto capire che da qui a marzo l'Ue intende chiedere e ottenere altro dall'Italia. Il bilancio 2015 italiano «non può essere considerato totalmente conforme con le regole europee e un piccolo sforzo supplementare può e deve essere chiesto», ha prima affermato. Poco dopo, incalzato dai giornalisti nella conferenza stampa di presentazione dei pareri Ue ha smussato i toni. «Potrebbe essere chiesto un piccolo sforzo supplementare, siamo in un dialogo costruttivo con il governo italiano». In ogni caso questo sembra riguardare soprattutto il livello di deficit. Perché se si guarda alla valutazione della regola sul debito, che pure ha una rilevanza accresciuta e impone una riduzione nella parte eccedente il 60 per cento del Pil, Moscovici ha riconosciuto che nella fase di debolezza economica attuale «rispettare completamente il criterio sarebbe molto difficile».

L'ITALIA A RISCHIO DI NON CONFORMITÀ - «Il nostro parere sottolinea che nonostante i progressi fatti L'Italia corre rischi di non conformità. Al tempo stesso riconosciamo che l'Italia attraversa circostanze economiche sfavorevoli, con un output gap di oltre il 4% del Pil». In generale comunque la tolleranza della Commissione appare legata a doppio filo con i progressi che verranno compiuti sul versante delle riforme. La Penisola è uno dei sette paesi di Eurolandia - anche Belgio, Spagna, Francia, Malta, Austria e Portogallo - su cui viene ravvisato un rischio di non conformità dei bilanci. Su altri quattro Stati (Estonia, Lettonia, Slovenia e Finlandia), i bilanci programmatici sono stati ritenuti «sostanzialmente conformi», ma viene comunque chiesto di «adottare le misure necessarie nell'ambito della procedura nazionale di bilancio al fine di garantire che il bilancio 2015 sia conforme al patto». Gli altri cinque paesi di Eurolandia (Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovacchia) hanno fornito documenti programmatici di bilancio ritenuti «conformi al patto». «Ai primi di marzo decideremo se è necessario adottare ulteriori misure», ha detto Moscovici. «Per allora avremo un quadro più chiaro. Tutti devono fare la propria parte per promuovere la ripresa economica».