26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
La fronda contro Renzi nel PD

I mille giorni? Un programma di destra

L'esponente della minoranza del Partito Democratico boccia Renzi ancor prima che il premier illustri il piano per risollevare l'Italia entro 2018. Ma fin dalle prime battute nell'aula di Montecitorio il presidente del Consiglio conferma: «non mollerò di un millimetro.»

ROMA - Stefano Fassina ritiene che i dati dell'Ocse, già preoccupanti, potrebbero addirittura peggiorare nei prossimi mesi. L'esponente della minoranza del Pd boccia il programma del premier, ritenendolo troppo di destra, ancor prima che questi si appresti a presentare il suo piano per i 1000 giorni: «Ritengo che il Pd deve avere un'agenda di politica economica alternativa alla destra" spiega Fassina, il quale poi chiarisce:"Se la destra vota l'agenda economica del Pd vuol dire che c'è qualcosa che non va sia sulla riforma del lavoro che sulla legge di stabilità».

FASSINA: C'È ARIA DI NUOVE ALLEANZE- Secondo Fassina spira un'aria di cambiamenti nelle alleanze del governo, infatti aggiunge:«Se si decide che bisogna cambiare la maggioranza facciamolo in modo esplicito, con un dibattito esplicito. Se Renzi ha bisogno dell'appoggio dichiarato di Forza Italia facciamo questa discussione». Fassina vede nero soprattutto nel futuro dei conti pubblici: «Il taglio dei 20 miliardi non si farà perchè è impossibile farlo», sostiene il deputato del Pd, che poi aggiunge: «Non arriverà nè quest'anno nè l'anno prossimo perchè impossibile farlo in tempi così rapidi. Anche lo stesso Cottarelli ha proposto un orizzonte più largo. Per arrivare a quella cifra bisogna intervenire su capitoli di spesa sociale; sulla sanità e pesantemente sulle pensioni. Bisogna avere il coraggio di dire la verità».

MEGLIO GUFO CHE STRUZZO - Stefano Fassina non ha paura di essere annoverato fra quelli che il premier chiama gufi: «E' sicuramente meglio essere un gufo che uno struzzo. La mia preoccupazione è di non far parte di quel numeroso coro di persone fanno finta di non vedere i problemi, poi i dati vengono fuori». Secondo l'ex sottosegretario all'economia l'Ocse dice che l'Italia fa peggio di tutti ma a suo avviso è preoccupante la situazione di tutta l'Eurozona. «Il problema - spiega - è insistere con l'austerità cieca e la svalutazione del lavoro».

IL FISCAL COMPACT E' STATO GIÀ ROTTAMATO - Sulla possibilità che il governo italiano vada in Europa dicendo che il rapporto deficit/pil resta entro il 3%, ma senza rispettare altri impegni come il Fiscal Compact, Fassina commenta: «Il Fiscal Compact è già stato rottamato dalla deflazione. Era stato pensato con una inflazione al 2% e una crescita all'1, ora la situazione è completamente diversa e il Fiscal Compact è inattuabile. Non realizzarlo non è una scelta politica, è un fatto. Si dovrebbe dunque evitare di presentare come una concessione da scambiare magari con ulteriori misure di precarizzazione del lavoro. Lo scambio non c'è».

RENZI: NON CEDO DI UN MILLIMETRO - Ma da Montecitorio fin dalle prime battute del piano che sta illustrando sui 1000 giorni il presidente del consiglio replica indirettamente alle opposizioni interne e a quelle esterne: "Noi non ci rassegnamo alla rassegnazione» ha affermato Renzi, sottolineando le «specialità, la straordinarietà, le capacità delle persone che hanno fatto grande l'Italia». L'intenzione del governo, ha continuato, è quella di «non mollare di un millimetro e di individuare quale sia l'orizzonte dei nostri impegni. Alla fine del programma dei 1.000 giorni l'Italia tornerà ad avere un ruolo, a fare l'Italia».