19 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Ambiente | Naufragio della Concordia

Tutelare il mare dell'isola del Giglio sviluppando un «Parco della Concordia»

Greenpeace ha espresso oggi, in una lettera al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, la preoccupazione che un progetto di ripristino sconsiderato possa danneggiare ancora di più un tratto di mare già duramente colpito dal disastro della Costa Concordia.

ROMA - All'isola del Giglio, dove resta ancora aperta la questione dello smantellamento del cantiere della Costa Concordia, Greenpeace chiede di avviare un processo trasparente che inizi con un sopralluogo immediato alle strutture del cantiere e porti allo sviluppo di un «Parco della Concordia», che garantisca il reale recupero e valorizzazione dell'area della Gabbianara.

Greenpeace ha espresso oggi, in una lettera al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, la preoccupazione che un progetto di ripristino sconsiderato possa danneggiare ancora di più un tratto di mare già duramente colpito dal disastro della Costa Concordia. Le direttive europee indicano chiaramente che vi è l'obbligo per Costa di riparare ai danni ambientali finora fatti, ma sottolineano anche la necessità di prevenirne di nuovi. E sono proprio le autorità pubbliche che devono assicurarsi che ciò avvenga, dando indicazioni sulle misure da adottare.

«Prima che inizi la folle corsa agli appalti, chiediamo una valutazione trasparente delle condizioni dell'area e istruzioni precise su come procedere per evitare che vengano fatti nuovi danni ambientali» dichiara Giorgia Monti, campagna mare di Greenpeace Italia. «Per questo abbiamo anche chiesto al ministro di far partecipare Greenpeace come osservatore indipendente al sopralluogo immediato alle strutture del cantiere».

Greenpeace ha monitorato le operazioni di traino della Costa Concordia e adesso intende assicurarsi che i progetti di smantellamento vengano eseguiti nel miglior modo possibile. Deve essere garantita prima di tutto la bonifica dei fondali e quindi il recupero dell'ecosistema marino, evitando progetti milionari di ben scarso successo come il trapianto di posidonia. Tra le questioni da valutare anche la possibilità che la permanenza di una minima parte delle strutture del cantiere possa essere meno dannosa della totale rimozione e favorire il ripristino dell'habitat danneggiato dal naufragio e dal cantiere.

Il dramma del naufragio resterà sempre impresso nella storia dell'isola: per onorare la memoria delle vittime Greenpeace propone di istituire un «Parco della Concordia» che rappresenterebbe l'occasione per sviluppare attività economiche, come il turismo subacqueo ed eccellenze tecnologiche marine, in grado di compensare l'isola del Giglio e i suoi abitanti del danno subito» continua Monti.

A preoccupare gli ambientalisti sono le questioni rimaste aperte dopo il trasferimento della Costa Concordia. Greenpeace vuole che tutta questa fase venga affrontata in modo trasparente e partecipato, per questo ha chiesto al ministro Galletti l'istituzione di un tavolo tecnico che si occupi oltre che della bonifica e ripristino dei fondali del Giglio, anche del processo di smantellamento del relitto a Genova.

«Abbiamo l'opportunità di trasformare questa tragedia in un caso di eccellenza per la tutela ambientale. È importante che il governo non la sprechi, garantendo con un'adeguata pianificazione un reale recupero dell'immagine dell'Isola del Giglio, gravemente lesa dal naufragio, e facendo in modo che l'esperienza dello smaltimento in Italia della Costa Concordia non resti un 'caso' isolato ma diventi l'occasione per creare alternative ecocompatibili ai cimiteri delle navi in Turchia, India e altri Paesi orientali», conclude Monti.