20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Venti di guerra

Crisi in Ucraina, Italia per il dialogo con Mosca ma pronta se la crisi precipita

Mentre crescono le tensioni per una possibile invasione della Russia in Ucraina, e sul fianco orientale dell'Europa soffiano venti di guerra, l'Italia mantiene la sua posizione favorevole al negoziato

Il Presidente russo, Vladimir Putin
Il Presidente russo, Vladimir Putin Foto: kremlin.ru

Con la Russia di Vladimir Putin serve un approccio «prudente ed equilibrato», in una duplice direzione: da una parte confermare con chiarezza che iniziative capaci di destabilizzare la sovranità e l'integrità dell'Ucraina sono da considerarsi «inaccettabili» e, per questo, avranno «gravi conseguenze"; dall'altra, escludere un'escalation militare, che «non è mai la soluzione» al problema. Mentre crescono le tensioni per una possibile invasione della Russia in Ucraina, e sul fianco orientale dell'Europa soffiano venti di guerra, l'Italia mantiene la sua posizione favorevole al negoziato.

E così, secondo fonti contattate da askanews, anche le esercitazioni in corso in ambito Nato e quelle previste sotto comando francese (Clemenceau) non sono da collegarsi direttamente alla crisi. «Erano previste da tempo» e, semmai, servono a tenere il punto in una duplice direzione: avere la conferma della piena operatività e prontezza delle forze armate alleate; mostrare - a Mosca, ma anche a se stessi - le capacità che possono essere messe in atto in caso di escalation. Insomma, precisano le fonti, l'Italia partecipa come membro di primo piano dell'Alleanza, senza apparenti secondi fini, nel pieno rispetto della sua posizione: la convinta appartenenza all'alleanza transatlantica.

Le consultazioni con gli alleati

Partecipando alle consultazioni del presidente Usa, Joe Biden, con i principali alleati europei, il premier italiano Mario Draghi ha chiarito quanto emerso: «È stato reiterato il sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina. Sono state inoltre ribadite l'importanza di mantenere il più stretto coordinamento tra gli alleati e l'esigenza di una risposta comune, capace di tenere aperto un canale di dialogo con la Russia per allentare le tensioni, chiarendo nel contempo le gravi conseguenze che un ulteriore deterioramento della situazione potrebbe comportare». Una posizione condivisa che rispecchia, di fatto, la postura italiana: spazio alla diplomazia e nessuna fuga in avanti.

I piani militari degli alleati

Intanto però numerosi stati membri della Nato hanno deciso di compiere un primo passo, rafforzando la presenza militare dell'Alleanza nell'Europa dell'Est. Diversi, negli ultimi giorni, sono stati gli annunci sull'invio di uomini e mezzi, navi e caccia. Gli Stati Uniti stanno valutando il dislocamento di truppe nel Baltico: potrebbero partire fino a 5.000 soldati, aumentabili di almeno 10 volte, secondo fonti della Difesa. E il Pentagono ha già messo 8.500 militari in stato di allerta. La Danimarca sta inviando una fregata nel Mar Baltico ed è pronta a schierare quattro caccia F-16 in Lituania. La Spagna sta valutando di unirsi alle forze navali della Nato e di inviare aerei in Bulgaria. La Francia di Macron, che ha annunciato un prossimo colloquio con Vladimir Putin e il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelensky, ha espresso la sua disponibilità a inviare truppe in Romania. I Paesi Bassi, da parte loro, invieranno due aerei da combattimento F-35 in Bulgaria da aprile.

Prontezza operativa: le esercitazioni militari

Sullo sfondo di queste tensioni, sono numerose le esercitazioni militari in corso o previste. L'Italia partecipa con le truppe Alpine dell'Esercito Italiano nell'ambito dell'Operazione «Baltic Guardian», a una serie di attività addestrative in Lettonia, tese a consolidare il proprio stato di prontezza operativa all'interno del Battle Group multinazionale a comando canadese. Inoltre, le unità navali alleate del Comando delle forze d'attacco e supporto della Nato, assieme alla Sesta flotta statunitense, hanno avviato ieri una serie di attività di pattugliamento nel Mar Mediterraneo, nell'ambito dell'esercitazione «Neptune Strike 2022». Si tratta di un evento pianificato da tempo, che si svolgerà fino al 4 febbraio 2022, con il dispiegamento della portaerei americana USS Harry S. Truman, insieme al suo gruppo d'attacco e al suo Carrier Air Wing. A breve, inizierà, infine, la missione francese Clemenceau 2022, che vedrà il dispiegamento della flotta di Parigi nel Mediterraneo. Alle manovre parteciperà anche la portaerei Charles de Gaulle. (di Corrado Accaputo)