Erdogan: «Impediremo a militanti Isis di lasciare la Siria»
Tra minacce e rassicurazioni, il presidente turco torna a parlare dalle colonne del Wall Street Journal. Onu: «Almeno 160.000 sfollati»

ANKARA - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato in un intervento pubblicato sul Wall Street Journal che impedirà ai combattenti dello Stato islamico (ISIS) di lasciare il nord-est della Siria. «Ci assicureremo che alcun combattente dell'Isis possa lasciare il nord-est della Siria», ha scritto Erdogan, rispondendo alle inquietudini degli occidentali che temono un ritorno in campo dell'Isis dopo l'intervento turco in Siria, che rischia di favorire la fuga dei jihadisti che si trov ano nelle prigioni curdi delle milizie YPG.
Il presidente turco cerca di rassicurare gli occidentali
«Siamo pronti a cooperare con i paesi d'origine e con le organizzazioni internazionali per la riabilitazione delle donne e dei bambini dei combattenti terroristi stranieri», ha aggiunto il leader turco. Ankara ha accusato ieri le forze curde di aver deliberatamente rilasciato membri dell'isis per «seminare il caos» nella regione. Un'ipotesi rilanciata anche dal presidente Usa Donald Trump in un tweet, anche se gli Usa hanno condannato l'intervento turco e ieri il segretario alla Difesa Mark Esper ha accusato l'offensiva turca di aver provocato la «liberazione di numerosi detenuti pericolosi». Erdogan, nel suo commento, ha anche criticato i paesi occidentali che «danno lezioni alla Turchia» su come si combatte l'Isis, dopo che non sono riusciti a fermare il flusso di «foreign fighters» tra il 2014 e 2015. E ha puntato il dito particolarmente sulla Francia, che ha bloccato la vendita di armi alla Turchia. «Perché ha ignorato i nostri ripetuti avvertimenti su attacchi terroristici imminenti?» si è chiesto il presidente turco.
Esercito Damasco «entrato nella città di Manbij»
«Le prime unità dell'esercito siriano sono entrate a Manbij dalla parte Nord-orientale della città» che si trova nella provincia di Aleppo nel nord della Siria. Lo ha riferito l'agenzia di stampa governativa Sana. Il controllo della città sarà passato alle forze governative siriane a seguito dell'accordo siglato ieri con le forze curde che controllavano la città da quando avevano cacciato i jihadisti dello Stato Islamico. Accordo che si è reso necessario per le forze curde nel tentativo di ostacolare l'avanzata dell'esercito turco che mercoledì scorso ha lanciato una vasta operazione militare nel Nord-est siriano proprio per «bonificare» il territorio dalle forze curde ritenute «terroristiche».
Onu: «Almeno 160.000 sfollati»
L'offensiva militare turca in Siria ha provocato in una settimana la fuga di almeno 160.000 persone, tra cui quasi 70.000 bambini, secondo le Nazioni Unite. In una dichiarazione, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres afferma di essere «gravemente preoccupato» per gli sviluppi nel nord della Siria. Guterres «chiede una de-escalation immediata e esorta tutte le parti a risolvere pacificamente i loro problemi». Chiede inoltre anche di osservare «il massimo controllo», che le operazioni militari rispettino i civili e di consentire un accesso senza restrizioni per la consegna di aiuti umanitari. Il segretario generale esprime anche i timori riguardo alla possibile liberazione di combattenti dell'Isis.
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