Iran, Rohani chiede il primo passo a Washington: «Via le sanzioni»
Ieri il presidente Usa Donald Trump ha aperto alla possibilità di un incontro con i vertici iraniani per far ripartire il dialogo sul programma nucleare
TEHERAN - Il presidente iraniano Hassan Rohani ha detto oggi che tocca agli Stati uniti fare un «primo passo» in un eventuale dialogo, revocando tutte le sanzioni. Lo riferisce l'agenzia di stampa France Presse. Ieri il presidente Usa Donald Trump ha aperto alla possibilità di un incontro con i vertici iraniani per far ripartire il dialogo sul programma nucleare. «Dovete ritirare tutte le sanzioni illegali, ingiuste e sbagliate contro la nazione iraniana», ha detto Rohani in un discorso trasmesso dalla Tv di stato. Washington ha ristabilito le sanzioni contro Teheran dopo essersi ritirata, nel 2018, dall'accordo sul nucleare iraniano unilateralmente.
Netanyahu: «Israele si difenderà con ogni mezzo»
«Israele si difenderà con ogni mezzo necessario": così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha reagito alle critiche dopo una serie di attacchi aerei avvenuti nel Medio Oriente. Netanyahu - come riporta la Bbc - ha accusato l'Iran di aver messo in atto «attacchi terroristici» e ha affermato che Israele si sarebbe difesa «con ogni mezzo necessario». Una dichiarazione che arriva dopo le notizie di attacchi contro obiettivi iraniani e milizie appoggiate dall'Iran in Siria, Iraq e Libano.
L'Iran agisce su diversi fronti
Un ufficiale israeliano aveva detto lunedì che alcuni degli attacchi «non sono nostri». L'esercito israeliano raramente riconosce le operazioni in Siria, ma sabato aveva riferito di aver colpito diversi siti e contrastato un attacco iraniano contro Israele «usando droni assassini». In una dichiarazione video lunedì Netahyanu ha detto: «L'Iran agisce su diversi fronti per portare attacchi mortali allo Stato di Israele» e «Israele continuerà a difendere la sua sicurezza con ogni mezzo necessario».
La situazione in Libano
Domenica scorsa due droni si sono schiantati nella periferia meridionale di Beirut, controllata da Hezbollah, spingendo il movimento sostenuto dall'Iran ad avvertire i soldati israeliani al confine di aspettarsi una risposta. Un gruppo di militanti palestinesi ha anche affermato lunedì che Israele ha raggiunto una delle sue posizioni nella valle del Bekaa in Libano. Israele non ha detto di aver effettuato questi attacchi, ma il presidente libanese Michel Aoun ha incolpato Israele, dicendo che era «simile a una dichiarazione di guerra». Anche, in Iraq, le fazioni paramilitari hanno incolpato Israele per gli attacchi di domenica contro siti militari e depositi di armi. Nessun riconoscimento ufficiale degli attacchi da parte di Israele che però in ogni caso ha messo i suoi militari in allerta lungo i suoi confini con la Siria e il Libano.
Guardiani della Rivoluzione accusano Zarif di «tradimento»
Un alto «consigliere» del capo dei guardiani della Rivoluzione iraniana ha accusato oggi di «tradimento» il ministro degli Esteri del suo Paese Mohammad Javad Zarif per aver domenica scorsa, dietro invito della Francia, si era presentato al G7 a Biarritz dove ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron per affrontare il dossier nucleare. Lo riferiscono media iraniani. «Alcune viaggi all'estero a vertici stranieri sono dettati dalla disperazione, ci auguriamo che alcuni nostri responsabili non si sentano degli sconfitti», ha detto citato dall'agenzia Entekhab, Ghulam Hussein Gheibpur, indicato come «alto consigliere» del comandante delle forze d'elite dell'esercito iraniano. "E' disidicevole che alcune volte ci siano comportamenti dai quali emane l'odore del tradimento - ha proseguito riferendosi al viaggio di Zarif a Biarritz. Non è la prima volta che i Guardiani della Rivoluzione, vicini agli orientamenti degli ultra conservatori, attaccano il ministero Zarif noto per la sua politica di moderazione.
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