Brexit, Boris Johnson: «Un nuovo referendum provocherebbe l'ira dei britannici»
L'ex Ministro del Foreign Office del Governo di Theresa May: «La gente diventerebbe matta all'idea di votare ancora una volta sulla questione»
LONDRA - Un nuovo referendum sulla Brexit susciterebbe «l'ira» dei britannici: lo ha dichiarato oggi Boris Johnson, ardente fautore dell'uscita del Regno Unito dall'Ue, prendendosela inoltre con i «bastardi» che guidano l'Europa. «Non penso che sia possibile», ha detto l'ex titolare del Foreign Office nel corso di una conferenza stampa a Nuova Delhi, interpellato su un eventuale secondo referendum sulla Brexit.
«Penso che l'ira della popolazione sarebbe davvero forte. La gente diventerebbe matta all'idea di votare ancora una volta sulla questione», ha aggiunto. La campagna per il referendum del 2016 è stata «molto aspra e ha diviso» il Paese profondamente, ha sottolineato Johnson, assicurando che un secondo voto provocherebbe i medesimi effetti.
Si avvicina il 29 marzo
Boris Johnson ha lasciato l'anno scorso il governo di Theresa May per protestare contro il suo progetto di accordo con l'Ue che prevedeva il mantenimento del Regno Unito nell'unione doganale come «backstop» mentre il futuro della frontiera fra l'Irlanda e l'Irlanda del Nord non era stato regolamentato.
Il Parlamento britannico ha da allora bocciato l'accordo e Theresa May attraversa una tempesta politica mentre la data della Brexit si avvicina, il 29 marzo. «Dobbiamo risolvere questa Brexit appropriatamente e la nostra Primo ministro deve ormai porre fine a questo backstop e in modo tale che convenga all'intero Regno Unito», ha concluso Johnson.
Barnier: Ue pronta a fornire garanzie extra
L'Unione europea è pronta a fornire delle garanzie supplementari al Regno Unito per facilitare l'approvazione da parte del Parlamento britannico dell'accordo sulla Brexit: è quanto dichiara il negoziatore europeo, Michel Barnier, in una intervista pubblicata oggi da diversi giornali europei fra cui La Stampa. «Possiamo trovare delle garanzie per confermare, per chiarire e assicurare la buona volontà e la buona fede degli europei, con degli impegni che avranno una vera forza giuridica perché saranno congiunti. Vi lavoriamo giorno e notte».
«Queste assicurazioni possono essere inserite in un 'documento interpretativo', la cui forma deve essere ancora definita, che sarebbe un di più rispetto al trattato di uscita e alla dichiarazione politica», aggiunge il negoziatore europeo. Secondo Barnier, «c'è una incomprensione rispetto al 'backstop'». «Alcuni nel Regno Unito dicono di temere che gli europei lo utilizzino per tenerli a tempo indefinito in un territorio doganale comune. Questa non è e non è mai stata la nostra volontà», assicura Barnier.
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