L'Ue pronta a stanziare 800mila euro contro la «propaganda russa»?
L'allarme sulla propaganda russa monta non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa. Che, dopo la risoluzione dell'Europarlamento di dicembre, sarebbe pronta a prendere provvedimenti
BRUXELLES - Un nuovo capitolo si aggiunge alla saga, che pare interminabile, riguardante il presunto impegno di Mosca nell'influenzare l'agone politico occidentale, e questa volta non negli Stati Uniti. Stati Uniti dove, ovviamente, la polemica continua a infuriare, al punto che Congresso e Senato ventilano possibili indagini sui rapporti tra Russia e il nuovo presidente Donald Trump, e che si parla, peraltro, di una legge che impedisca a quest'ultimo di rimuovere le sanzioni a Mosca senza l'ok del Congresso. Tornando invece al Vecchio Continente, eravamo rimasti alla risoluzione, adottata dal Parlamento europeo lo scorso dicembre, che accusava Mosca di usare l'universo del web per esercitare pressione propagandistica nell'Ue, e di finanziare partiti politici e organizzazioni di ispirazione anti-europeista per «dividere» l'Unione.
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Le accuse dell'Europa
L'Ue aveva dunque espresso la necessità di «contrastare» tali «campagne di disinformazione», soprattutto sul fronte della comunicazione strategica. Impegno che Bruxelles si starebbe preparando a concretizzare proprio in questi mesi, con l'avvicinarsi di importanti e delicati appuntamenti elettorali in Germania, Francia e Paesi Bassi, stanziando – secondo quanto riporta il Guardian – 800mila euro. La somma sarebbe messa a disposizione di una task force predisposta ad hoc (East Stratcom), con l'obiettivo di contrastare le presunte azioni russe di «disinformazione».
800mila euro per contrastare la «propaganda russa»
Il denaro sarebbe pronto per essere speso nel corso dei prossimi 6 mesi, e proverrebbe dal budget del Servizio di Azione esterna dell'Ue. In effetti, a Bruxelles serpeggia il timore che l'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti possa essere un volano per i movimenti più euroscettici e più disponibili nei confronti di Mosca. Secondo l'eurodeputato lituano Petras Auštrevičius, l'Europa avrebbe bisogno di mostrarsi pronta di fronte alle «interferenze» russe. «Credo che il coinvolgimento della Russia nelle elezioni degli Stati Uniti sia stato un banco di prova», ha dichiarato al Guardian. «Per la Russia era importante iniziare in grande. Credo che per i Paesi più piccoli, più esposti alla Russia, il rischio ora sia molto grande».
Una task force apposita
La task force East Stratcom è stata predisposta dall'Ue nell'autunno 2015, con l'esplicito scopo di contrastare la cosiddetta «disinformazione» diffusa, secondo Bruxelles, dal Cremlino. L'unità dispone di 11professionisti preposti a contrastare la narrazione «anti-europeista» diffusa in Russia e in altri Stati ex sovietici. La nuova somma di denaro dovrebbe servire per incrementare il personale, con 8 nuove posizioni permanenti, mentre una nuova iniezione di fondi dovrebbe giungere entro la fine dell'anno.
L'allarme di Tusk
Ufficiali europei sono convinti che Mosca spenderebbe un miliardo di dollari per i media di stato, e avrebbe a disposizione un budget sconosciuto per i «troll» accusati di scatenare dibattiti anti-europeisti sui social media. Accuse veicolate lo scorso ottobre anche dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il quale ha dichiarato che «la strategia della Russia è quello di indebolire l'Unione europea», elencando «attività russe di ogni sorta, dalle violazioni dello spazio aereo, alle campagne di disinformazione, ai cyberattacchi per interferire nei processi politici dell'Ue».
Stati baltici in prima linea
In prima linea tra gli accusatori di Mosca, gli Stati baltici, non a caso tra i beneficiari del sempre più evidente attivismo della Nato in Europa dell'Est promosso dall'ormai ex presidente Barack Obama. Non a caso, l'ambasciatore lituano in Ue Sanita Pavᶅuta-Deslandes ha espresso al Guardian lo scorso ottobre i suoi timori a proposito della presunta campagna di disinformazione condotta dalla Russia. «Riceviamo le loro trasmissioni, e c'è una parte della popolazione che le guarda ogni giorno», ha detto. «Esse forniscono un'interpretazione non solo di ciò che accade in Russia, ma anche altrove nel mondo, come in Ucraina, oltre che riguardo a questioni locali, ciò che accade nel nostro Paese, ed è lì che si annida la menzogna». Secondo l'ambasciatore, Mosca innesterebbe nella popolazione il dubbio che il Governo non possa far fronte alle situazioni di difficoltà.
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Nonostante Trump
Il clima, come si vede, è ancora da Guerra fredda. La tendenza, ravvisabile tanto in Europa quanto al di là dell'Atlantico, è quella di imputare all'azione di Mosca la diffusione di movimenti che interpretano un malcontento di cui le istituzioni tradizionali non sono in grado di farsi carico. Il tutto, nonostante alla Casa Bianca si sia insediato un Presidente che non ha mai fatto mistero di voler mettere l'America al primo posto, e di voler favorire il disgelo con Mosca. Un impegno che dal Cremlino prendono con i migliori auspici, ma anche con la necessaria prudenza. Perché, come si intuisce solo osservando distrattamente quanto sta accadendo negli Usa e in Europa, la missione potrebbe rivelarsi più complicata del previsto.
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