25 aprile 2024
Aggiornato 08:30
La continua guerra mediatica contro Putin

Russofobia, il male incurabile dell'Occidente

«La colpa è della Russia»: non c’è formula più comoda per scaricare ogni tipo di responsabilità. Lo fanno tutti in Occidente: dai politici ai media. Ma la realtà è molto lontana da questo stereotipo ormai ridondante.

Il presidente russo Vladimir Putin
Il presidente russo Vladimir Putin Foto: Shutterstock

MOSCA - «La colpa è della Russia» : non c’è formula più comoda per scaricare ogni tipo di responsabilità. Angela Merkel ha accusato Mosca di provocare ondate di profughi in fuga dalla Siria, come se prima dell’intervento russo non ci fossero flussi importanti di migranti verso l’Europa. Per non parlare degli Stati Uniti, che vedono nella Russia la minaccia numero uno per la sicurezza mondiale, altro che Daesh e jihadisti. Possiamo osservare una vera e propria russofobia su più livelli: da una parte i politici non perdono occasione per ricordare che Mosca (Putin) è il male assoluto sulla terra, dall'altra i media, il cinema e addirittura i libri di storia pensano al resto.

La «guerra» mediatica contro la Russia
La maggior parte dei media europei, compresi quelli italiani, raffigurano i russi a priori come «i cattivi». Stando ai giornali, la Russia avrebbe già conquistato l’Ucraina e sarebbe passata alla conquista dei Paesi Baltici. Ogni volta che si legge un articolo sulla Russia sembra di riconoscere i soliti copia-incolla di pezzi precedenti. «Lo zar Putin vuole conquistare il mondo», «le mire espansionistiche russe sono una minaccia per tutti noi», «in Russia non vengono rispettati i diritti fondamentali dell’uomo» e via dicendo. Ovviamente a colpire sono solitamente i titoloni, creati a regola d’arte per trasmettere il solito messaggio. Quello che manca però è l’analisi, e spesso negli articoli non si trova traccia di quanto annunciato nel titolo. Nonostante il Cremlino rappresenti questa pericolosa minaccia, la stampa italiana soffre di un gran deficit di informazioni sulla Russia. Sembra paradossale, ma la realtà è questa. Di Russia si scrive poco e male.

Propaganda antirussa a scuola e nell’ambito accademico
Non solo i media hanno la capacità di trasmettere messaggi, anche i libri scolastici sono un veicolo in grado di creare nelle menti l’immagine di un Paese. Un esempio eclatante di russofobia è senz’altro la vignetta di un libro scolastico olandese dove la Russia è raffigurata con le sembianze di un mostro che sbrana l’Ucraina. Gli ambienti accademici non fanno eccezione e chi tratta il tema ucraino assume nella stragrande maggioranza dei casi una posizione antirussa. Si parla con fervore di Russia nel contesto universitario, arrivando però a una situazione di radicalizzazione quando si fa il tifo per la Russia o per l’Ucraina. Forse sarebbe più opportuno evitare di schierarsi e analizzare la complessa situazione dell’Ucraina oggi, dov’è tuttora in corsa una guerra civile, anche se i media occidentali non ne parlano più.

La Russia non è più Unione Sovietica
Molto spesso si ha la netta impressione che Mosca venga interpretata come ai tempi dell’Unione Sovietica. Da allora però molte cose sono cambiate. La Russia viene immaginata da molti come un Paese isolato, lontano e di cui è meglio diffidare. Solo poi ritrovandosi sul posto e vedendo con i propri occhi la realtà si rimane stupiti. Per la capitale non girano poi così tanti orsi con la balalaika. L’immagine della Russia disegnata dai media è ben lontana dalla realtà. Per non parlare del cinema, che va di pari passo con l’informazione, dove ovviamente – è quasi inutile ricordarlo – i cattivi sono sempre i russi.

La figura di Putin
Al di là di una forte propaganda antirussa propinata dai media principali, l’interesse per Vladimir Putin in Italia non ha fatto che crescere. Secondo la lista delle persone più influenti nel mondo del 2015 stilata da Forbes, Putin è il numero uno. Il presidente russo occupa il primo posto, superando Papa Francesco, Obama e anche la Merkel. In un periodo di forte crisi oggi Putin attrae per la sua fermezza e capacità di decisione rispetto ai leader europei.

L’impegno russo in Siria e il ruolo di Mosca nella geopolitica
La politica della Russia può non piacere, ma l’impegno russo in Siria ha spiazzato tutti, in primis gli Stati Uniti. Nel conflitto siriano, che si protrae da cinque sanguinosi anni, l’Occidente ha lasciato un vuoto e il lassismo di Washington ha giocato a favore di Putin. Con il suo intervento la Russia ha dato una vera scossa a tutti gli attori coinvolti nel conflitto, ha smascherato Paesi come la Turchia, che ha fatto di tutto fuorché combattere l’ISIS. Ebbene, la Russia ha agilmente rimescolato le carte in tavola, diventando così un alleato e il leader di riferimento in Siria nella lotta al terrorismo. Con la recente decisione di ritirare le forze dalla Siria, Putin spiazza nuovamente l’Occidente e dà una lezione di politica agli Stati Uniti. Ora Mosca vede giunto il momento di una soluzione politica al conflitto siriano. Putin, dopo mesi di intense missioni aeree contro i terroristi, ora diventa un interlocutore per l’Occidente e un punto di riferimento come non mai. La Russia riafferma così il suo ruolo centrale sullo scacchiere geopolitico internazionale.

Russofobia, un male incurabile?
La guerra mediatica contro la Russia è in realtà una guerra contro i propri lettori, che, stanchi della solite notizie a senso unico, hanno capito che qualcosa non torna. Sono sempre più numerosi i lettori che sotto gli articoli dei giornali online manifestano nei propri commenti stupore e disappunto di fronte a un’informazione unilaterale e ripetitiva. Con l’intervento russo in Siria la musica cambia e anche i mass media sono costretti a rivalutare il ruolo della Russia, non più così isolata e lontana dagli interessi occidentali e italiani. Il solito ritornello «i russi sono i cattivi» non piace più, bisogna farsene una ragione.