Germania, la stretta di Frau Merkel all'immigrazione... europea
Ha aperto le porte ai siriani, ora le chiude agli europei. La Germania di Angela Merkel sta considerando l'idea di introdurre una stretta decisiva alle prestazioni sociali che favoriscono l'immigrazione lavorativa comunitaria. Su esempio della Gran Bretagna.
BERLINO - Abbiamo imparato a conoscerla, in questi mesi, come la «regina dell'accoglienza», oltre che dell'austerity. La sua apertura ai rifugiati e le sue inclusive politiche d'asilo hanno fatto il giro del mondo. Ma questa volta, Angela Merkel potrebbe compiere un passo indietro, imponendo una decisiva stretta a un particolare tipo di immigrazione: quella europea. La svolta sembra ricalcare la strada già imboccata da Londra, intenzionata ad apportare decisivi tagli alle prestazioni sociali che favoriscono l'immigrazione comunitaria. E ora, anche il ministro del Lavoro tedesco Andrea Nahles (Spd) sembra deciso a fare altrettanto.
La proposta
Pare che la proposta preveda che i cittadini Ue saranno in futuro esclusi dalle prestazioni garantite dal pacchetto Harz-IV (che riguarda tra l'altro il sussidio di disoccupazione, pari a 391 euro al mese) e dagli aiuti sociali qualora non lavorino in Germania e non abbiano maturato diritti dall'assicurazione sociale, che si acquisiscono dopo 5 anni di lavoro senza aiuti dallo Stato. Quindi i cittadini provenienti da altri Stati membri dell'Ue che vivono in Germania dovrebbero risiedere nel Paese per almeno cinque anni prima di avere diritto alle prestazioni sociali.
La svolta della Merkel
Non è ancora detto che la proposta diventi legge: dovrà prima passare in Consiglio dei ministri per l'approvazione. Di certo, se ciò avverrà, sarà un brutto colpo per Bruxelles, che da sempre difende l'idea di una maggiore integrazione tra i cittadini Ue ad ogni livello, anche quello lavorativo. Secondo Nahles, la nuova legislazione colmerà le lacune interpretative esistenti sulla materia. Una materia su cui il ministro aveva annunciato una revisione già lo scorso dicembre, dopo che un tribunale sociale federale aveva stabilito che i cittadini Ue che cercano lavoro in Germania possono accedere a prestazioni sociali dopo soli sei mesi di permanenza. Ma questa decisione potrebbe ritorcersi contro ai comuni, erogatori dei contributi: basti pensare che, come riporta Repubblica, secondo l'Agenzia federale del lavoro sono 440mila i cittadini dell'Ue che ricevono al momento in Germania prestazioni sociali dallo Stato. E tra questi, gli italiani sono al secondo posto (71mila), dietro ai polacchi (92mila). Insomma: ad agosto ha spalancato le porte ai siriani, ma ora Frau Merkel sembra intenzionata a chiuderle in faccia agli europei.
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